Polizza scaduta, è scontro duro con l’Asl 

Kompatscher: «Chi ha sbagliato pagherà». I sindacati: «Non saremo più coperti, garantiremo solo le prestazioni urgenti»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dalla mezzanotte di sabato, 30 giugno, tutto il personale sanitario dell’Asl altoatesina non avrà più una copertura assicurativa per la tutela in caso di rivalsa per colpa grave. Su tutte le furie il presidente della Provincia Arno Kompatscher, che ha avviato un’indagine interna; sulle barricate i sindacati di categoria degli infermieri Nursing up, dei medici dirigenti Anaao Assomed e dei primari Anpo, intenzionati a garantire solo le prestazioni urgenti; un’interrogazione è stata presentata in consiglio provinciale da Andreas Pöder (Bürgerunion). L’Asl si limita a scusarsi per la poco tempestiva comunicazione ai dipendenti e li invita ad assicurarsi da sé, a meno che non vada a buon fine una gara ad inviti che verrà pubblicata oggi. Sul cui esito positivo pochi sanitari scommettono.

La giunta. «Ho chiesto un rapporto dettagliato all’Asl su tutto l’iter seguito», ha dichiarato ieri Arno Kompatscher a latere della seduta di giunta provinciale. «Voglio sapere cosa è stato fatto e cosa no. Un episodio di simile gravità non può e non deve succedere. Se ci sono delle responsabilità, qualcuno pagherà».

Sindacati. Ieri pomeriggio i vertici dell’azienda sanitaria hanno incontrato i rappresentanti sindacali. Si sperava in una boccata d’ossigeno per il personale ma, come precisa il primario Guido Mazzoleni (Anpo), «è andata malissimo, da fine settimana siamo tutti senza assicurazione. Sapevano da un anno che la polizza sarebbe scaduta ora. Si sono compiuti degli errori colossali. Oltretutto, il 7 giugno ci avevano rassicurati al riguardo, ieri abbiamo scoperto che l’assicurazione aveva già definitivamente chiarito la situazione il 6...»

Lo status quo. A causa delle richieste elevate da parte della compagnia assicurativa, ha spiegato il direttore Thomas Schael, «non è stato possibile concludere gli accordi per la copertura della responsabilità per colpa grave dei collaboratori». Schael si è anche scusato con i dipendenti «per la situazione emersa durante la scorsa settimana e le tardive informazioni». Ha poi spiegato: storicamente l’azienda sanitaria dell’Alto Adige ha sempre stipulato un’assicurazione economica e senza franchigia, fornendo ai propri collaboratori un’assicurazione aggiuntiva per colpa grave «a buone condizioni e ottime prestazioni».

Problema e scappatoie. Schael ha comunque ricordato che in altre realtà i collaboratori del servizio sanitario si assicurano tramite le proprie organizzazioni scientifiche o i sindacati di appartenenza. Sul mercato esistono anche polizze standard offerte dalle principali compagnie assicurative e riservate ai professionisti della salute. Il 30 giugno, ha proseguito il direttore, «giungerà a scadenza la vigente polizza assicurativa “per colpa lieve” che l'azienda sanitaria ha stipulato con Uniqa Österreich Versicherungen AG». Nelle trattative per l'estensione, Uniqa ha apportato modifiche contrattuali con un supplemento del 30%. Per quattro mesi, sono 600.000 euro. «Non abbiamo potuto accettare». In Italia, ha però chiarito Schael, con l'entrata in vigore della legge Gelli la colpa grave può essere negoziata solo come contratto aggiuntivo all'assicurazione già esistente per colpa lieve. Ora, ha ammonito Schael, «è importante che, a partire dal 30 giugno, i collaboratori stipulino autonomamente un'assicurazione che garantisca loro la copertura per colpa grave (continueranno ad essere assicurati per colpa lieve)». Sempre ieri la direzione Asl ha approvato la delibera per una soluzione temporanea, dal 1° luglio e per i prossimi quattro mesi: cinque compagnie assicurative sono state invitate a presentare un'offerta.

Le reazioni. «Da troppo tempo la giunta provinciale ha riposto nell’armadio la sua funzione di vigilanza e controllo», tuona Andreas Pöder. Massimo Ribetto (Nursing Up) dichiara invece: «Una comunicazione via mail arrivata appena lunedì, (in pieno periodo estivo e di ferie), per informare i dipendenti che hanno appena 5 giorni di tempo per provvedere a stipularsi una nuova polizza assicurativa, è semplicemente inaccettabile. Di fatto, non è possibile assicurarsi in questo breve tempo e i professionisti coinvolti rischiano grosso». Il mancato rinnovo dell’assicurazione, ha scritto all’Asl l’avvocato dell’Anaao Domenico Laratta, «provocherà pesanti conseguenze sulla effettiva tutela dei lavoratori, poiché appare praticamente impossibile che tutti gli operatori riescano a dotarsi efficacemente di apposita, singola copertura assicurativa in 5 giorni lavorativi, considerando altresì come un numero rilevante di lavoratori possa non trovarsi nemmeno sul posto di lavoro, per ferie, convegni o altro». Ci saranno «pesanti ripercussioni sul corretto svolgimento del servizio». L’Anaao ritiene che «al primario scopo di tutelare in maniera effettiva l’utenza e contestualmente permettere lo svolgimento sereno e corretto degli operatori sanitari, dal 1° luglio non potranno che essere assicurate le sole prestazioni indifferibili e urgenti». Medici in ambasce, dunque, ma per i pazienti cosa cambierà? Lo sintetizza senza tanti giri di parole Guido Mazzoleni (Anpo): «Ovviamente per etica professionale siamo costretti a trattare i casi urgenti, ma lo faremo senza copertura assicurativa. Ciò significa che in caso di errore risponderò con il mio patrimonio, ma se io non possiedo nulla non pago nulla. In caso di colpa grave il paziente potrebbe non ottenere nulla».

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