«Pos» da luglio, la rabbia delle categorie

Confesercenti: sarà un salasso. L’Unione: c’è l’obbligo ma non la sanzione. Molti professionisti non si sono adeguati



BOLZANO. Meraviglioso paese, l’Italia. Ti impongono un obbligo, ma poi non c’è mica la corrispondente sanzione e quindi nessuno sa bene come regolarsi. A seguire ti promettono un rinvio dell’applicazione della norma, che però non arriva. Succede per l’obbligo del terminale Pos (Point of sale), che entrerà in vigore fra un solo giorno lavorativo, lunedì 30 giugno. Senza se e senza ma, non solo per i commercianti e i baristi, ma per tutti: prestatori di servizi e pure studi professionali. Dall’oste all’architetto, dal falegname all’elettricista, dall’avvocato fino al commercialista. In tanti ancora non lo sanno, tanti altri lo sanno ma per ora fanno semplicemente finta di niente, altri fanno i furbi e basta, altrettanti se non di più sono preoccupati assai, perché i pagamenti col bancomat andranno ad erodere ancora di più i già risicati margini aziendali. Fra gli indignati, Unione commercio e Confesercenti.

A seguito di un articolato percorso normativo, a decorrere dal 30 giugno scatta l’obbligo di attivazione del Pos. Sono interessati tutti i soggetti che “effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali” come ad esempio commercianti, prestatori di servizi (pubblici esercizi, parrucchieri, artigiani, società di servizi, ecc.), nonché gli studi professionali (avvocati, ingegneri, geometri, consulenti del lavoro, commercialisti ecc.) per pagamenti superiori a 30 euro, indipendentemente dal loro fatturato. Ci si attendeva che entro ieri venissero diramate attenuanti da parte del Mef – Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma così non è stato. Lo spiegano i tecnici dell’Unione commercio di Bolzano. In seguito ad una pronuncia del Consiglio Nazionale Forense – nell’ambito di una risposta ad una specifica interrogazione parlamentare si è evidenziato che alla violazione dell’obbligo in esame non risulta associata alcuna sanzione in capo ai professionisti che non attivino il Pos entro la suddetta data.

Il Cnf, che aveva esaminato la questione, ha inoltre evidenziato che la disposizione introduce un onere, piuttosto che un obbligo giuridico, e il suo campo di applicazione è necessariamente limitato ai casi nei quali saranno i clienti a richiedere l’utilizzo di una carta di debito. L’Unione consiglia comunque di adeguarsi, però...

Mentre a Bolzano molti professionisti, dagli architetti agli avvocati, ancora non si sono adeguati, grande preoccupazione c’è fra i commercianti. Federico Tibaldo, presidente Confesercenti: «Un conto è se compro un vestito da centinaia di euro, un conto è se compro un litro di latte». Dal punto di vista della redditività, «l’obbligo del Pos costituirà una perdita secca». Si provi a chiedere «quanto rimane in tasca ai benzinai, dove una grande quantità di acquisti viene effettuata col bancomat». Come Confesercenti «abbiamo tentato di avviare delle convenzioni con le banche per far pagare commissioni più basse ai nostri soci, ma coi consumi in calo, l’aumento dei costi e della burocrazia... E poi l’estratto conto di un piccolo negozio rischia di essere un libro... L’unica è confidare nel buonsenso e nella sensibilità dei consumatori...»













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