Potenziata la sorveglianza alla sinagoga in via Schiller

La presidente Rossi Innerhofer: una vera e propria guerra, siamo tutti minacciati «I musulmani moderati prendano pubblicamente le distanze dal terrorismo»


di Ezio Danieli


MERANO. Potenziata la sorveglianza delle forze dell'ordine alla sinagoga cittadina. È la prima conseguenza dell'attacco all'Hyper Chacher di Parigi, il supermercato specializzato in prodotti kosher che sono conformi alle leggi alimentari ebraiche. Quattro clienti del negozio uccisi subito, è morto anche il terrorista.

Lo sdegno, in tutto il mondo, è grande. «È una vera e propria guerra che s'è scatenata da tempo - dice Elisabetta Rossi Innerhofer, la presidente della comunità ebraica di Merano - ma non contro di noi soltanto. Siamo tutti minacciati, qualunque sia la religione. Sì, per quanto riguarda la sinagoga di Merano, confermo: sono aumentati i controlli da parte delle forze di polizia. Li ringrazio per questo e per il lavoro che continuano a fare per noi e per il resto della cittadinanza. Li sentiamo vicini. Ma è una situazione che non è normale, purtroppo».

Lei, in qualità di presidente della comunità ebraica, è preoccupata? "Lo dovremmo essere tutti. Non soltanto la sottoscritta che rappresenta gli ebrei. La guerra continua nei confronti di tutto l'Occidente". Quindi non si meraviglia più di tanto... "Ho capito da tempo l'aria che tira. Basta leggere le parole di Papa Francesco per rendersi conto: l'offensiva è continua da parte di un gruppo di musulmani che in tutto il mondo sta portando avanti, da tempo, una guerra», evidenzia Elisabetta Rossi Innerhofer.

Ma non c’è solo quanto accaduto in Francia. «I fatti di Parigi sono l'ultimo esempio. Che ha fatto passare, forse in secondo piano, quanto accaduto solo tre giorni fa in Nigeria dove i miliziani di Boko Haram hanno messo a ferro e fuoco la città di Baga nel nord est del Paese. Hanno fatto oltre duemila morti, coinvolgendo anche una quindicina di villaggi. E sono soltanto gli ultimi episodi di una lunga serie", dichiara la presidente della comunità ebraica della città del Passirio. Lo sdegno e la preoccupazione stanno aumentando.

"Ciò che non aumenta, in proporzione, è la convinzione diffusa che siamo tutti, noi occidentali, nel mirino di quella che, ripeto, è una vera e propria guerra. Non è normale potenziare la nostra Sinagoga in caso di emergenze come quella che stiamo vivendo. Normale sarebbe che le porte fossero aperte, sempre. Perché in un luogo di culto si dovrebbe sempre poter entrare senza bisogno della presenza delle forze dell'ordine che lo controllano", sottolinea Elisabetta Rossi.

Quest’ultima lancia un appello «a tutti i musulmani che sono moderati e che hanno, proprio per questo, un ruolo importante». «Bisogna che lancino un messaggio, forte e chiaro, per prendere le distanze dal terrorismo. Chi compie atti di terrorismo come quelli a Parigi o stragi come quella ai danni della popolazione della Nigeria deve essere isolato. Non c'è alternativa. Ecco perché mi aspetto, da parte dei musulmani, un messaggio che possa, mi auguro, in qualche modo impedire che la guerra, dichiarata all'Occidente, possa continuare. Altrimenti resteremo qui ad aspettare altri attentati, altri terroristi, altri episodi di odio e di razzismo. La guerra che s'è scatenata finirà per essere, purtroppo, senza fine"», chiude Elisabetta Rossi Innerhofer.

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