Privacy, esposto dei medici al ministero e in Procura

La segnalazione è stata inviata direttamente a Rispoli: «Situazione grave» Volanti (Anaao): «Registriamo disservizi e possibili danni anche ai pazienti»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Privacy, così non va». Doppio esposto dei medici dell’Anaao al ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin ed al capo della Procura Guido Rispoli. Il segretario provinciale Claudio Volanti - ed il direttivo del sindacato compatto - non hanno dubbi: «Siamo costretti a segnalare al ministero ed alla Procura quanto succede al servizio sanitario dell’Alto Adige, costretto ormai da svariato tempo ad una impasse che comporta e comporterà notevoli disservizi e ipotizzabili gravissimi danni sia all’utenza che al personale medico in servizio». La privacy, ordinata dal Garante, introdotta in Alto Adige il 10 novembre scorso continua - infatti - a creare pesanti problemi in alcuni reparti perchè i medici non riescono a vedere sul computer le cartelle cliniche dei pazienti che hanno dato l'ok al trattamento dati. «In particolare ed in via del tutto esemplificativa - si legge nell’esposto - non appare possibile accedere agli esami clinici già effettuati dai pazienti di altri reparti, che richiedono consulenze. E ancora non appare possibile accedere agli esami clinici di pazienti ambulatoriali, come ad esempio gli esami fatti giorni prima della visita, non si possono stampare gli elettrocardiogramma, né vedere gli esami clinici anche di pazienti già ricoverati. Ci risulta difficoltoso reperire i referti per le emocolture... se non telefonando direttamente al Reparto di microbiologia. Questo enorme disservizio dura ormai da svariati mesi e, al momento, è impossibile prevederne la conclusione».

L’Anaao dice nell’esposto di non aver avuto alcuna rassicurazione da parte dei vertici aziendali sulle tempistiche di risoluzione del problema: «Risulta insostenibile che ad oggi non si sia trovata la soluzione, anche in relazione al fatto che per la gestione dei predetti dati e delle cartelle cliniche, l’Azienda sanitaria, investendo per decenni in personale e mezzi, si avvaleva di una società partecipata, quindi anche presumibilmente finanziata, denominata SAIM - Südtirol Alto Adige Informatica Medica Srl, corrente in Bolzano Via Altmann 9A, attualmente, sostituita da una nuova società denominata MEDarchiver Srl». La questione privacy è stata sollevata più volte anche dal primario di Chirurgia del San Maurizio, Federico Martin, capo dei primari dell’Anpo: «Facciamo fatica a fare il nostro lavoro - spiegava ancora a dicembre in una lettera ai vertici del Comprensorio di Bolzano - e mettiamo a rischio la sicurezza dei pazienti».

E Martin, a Natale, aveva scritto un'altra lettera, questa volta indirizzata al direttore amministrativo dell'Asl, Marco Cappello e per conoscenza al procuratore capo Guido Rispoli, all'interno della quale i primari declinavano ogni responsabilità per quel che potrebbe succedere ai pazienti «visto il grave disagio causato».

Rispoli pochi giorni dopo aveva fatto sapere che per correttezza istituzionale aveva già risposto a Martin con una lettera: «Il concetto - aveva spiegato il procuratore è semplice - il bene giuridico della salute deve considerarsi prevalente rispetto alla privacy e comunque compete all'Asl e non a me adottare le misure idonee ed organizzare un sistema per far sì che questo accada». E adesso Rispoli è chiamato un’altra volta ad intervenire, questa volta di fronte ad un esposto. Per il sindacato dei medici ospedalieri Anaao così non si può lavorare: «Chiediamo al ministero ed alla provura di aiutarci».













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