Profughi, giallo sul nuovo Cie a Salorno

Il Ministero avrebbe individuato l’ex poligono di Roverè per ospitare 100 stranieri da espellere, la Provincia protesta


di Alan Conti


SALORNO. Un centro di identificazione ed espulsione nell’ex poligono di tiro di Roverè della Luna. Ovvero per un terzo nel territorio di Salorno. È il sasso che ha agitato lo stagno della Bassa Atesina nelle ultime ore alimentando polemiche e discussioni. Il progetto potrebbe uscire dalla mappa dei nuovi Cie stilata dal Ministero dell’Interno guidato da Marco Minniti. La volontà del governo è chiara: uno per ogni regione, ad eccezione di Abruzzo e Valle d’Aosta. Ergo anche in Trentino Alto Adige. Dal censimento sulle strutture,chiesto con ogni probabilità al Ministero della Difesa, è emersa l’area dell’ex poligono: 15 ettari di terreno. Lì potrebbe sorgere un Cie adatto ad ospitare 80-100 persone. Il progetto ha preso in contropiede la Provincia alimentando un giallo. Si tratta, infatti, solo di un’idea ma la possibilità che possa essere realizzata è concreta. Non a caso il presidente Arno Kompatscher ha subito levato gli scudi: «Prima di tutto dobbiamo capire quanto il nostro territorio abbia bisogno di un Cie. Io e il mio collega Ugo Rossi faremo sentire la nostra voce». L’appuntamento è dietro l’angolo: settimana prossima ci sarà l’incontro con il ministro Minniti saltato nei giorni scorsi per l’emergenza maltempo. Difficile, però, capire quali siano i parametri per valutare o meno l’esigenza di un centro di identificazione ed espulsione. «Prima di tutto dobbiamo chiarire che si tratta di strutture che non hanno a che fare con il sistema dell’accoglienza» spiega il direttore della ripartizione provinciale per le politiche sociali Luca Critelli. «In quest’ottica sono sempre state gestite dallo Stato. Nei Cie, infatti, confluiscono persone in attesa di espulsione o con reati a carico. Hanno, quindi, una conformazione simile alle case circondariali e, perciò, sono sotto la responsabilità delle forze dell’ordine. Il piano governativo è chiaro: piuttosto che disporre di pochi Cie pieni di persone si preferisce aumentarne il totale con meno stranieri ospitati». Nei grandi centri, infatti, le difficoltà di convivenza ed ordine pubblico sono frequenti». «Aspettiamo l’incontro con il ministro. Ogni considerazione è prematura» frena l’assessore provinciale Martha Stocker. La comunità di Salorno, ovviamente, è preoccupata. Il sindaco Roland Lazzeri resta in silenzio, ma la destra tedesca non ha perso tempo nel puntare il dito contro la soluzione ipotizzata dal governo. «Se si rispettassero le leggi non sarebbero necessari dei centri come questo - tuona il consigliere provinciale dei Freiheitlichen Walter Blaas - e si abbassererebbero anche le tasse per i cittadini». «Salorno non può sopportare una struttura simile - gli fa eco la collega Ulli Mair - perchè già è gravata da una fortissima presenza di stranieri. Nelle scuole, infatti, abbiamo classi con il 50% di alunni con background immigratorio. Sono tutti aspetti che vanno valutati in queste decisioni. Purtroppo in Bassa Atesina l’Svp e il Pd viaggiano a braccetto. Non solo, sulla politica dell’accoglienza la Stella Alpina ha sempre accettato tutto quello che è stato imposto dal Governo senza mai alzare la voce. Questo è il risultato: decisioni calate dall’alto senza nessun preavviso».

L’ex poligono è stato anche scelto per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria ed è, anche logisticamente, considerato adeguato per rientrare nei 20 nuovi Cie previsti da Roma.

«Salorno non è e non potrai mai essere una soluzione - chiude Oswald Schiefer, Obamnn dell’Svp in Bassa Atesina - perchè è un Comune che già ospita moltissimi stranieri. Avrebbe più senso farlo a Verona».

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