Profughi, la protesta dei volontari in Provincia

Il gruppo «Bozen Accoglie» a Palazzo Widmann: piena accoglienza ai fuori quota Dopo l’accordo Alfano-Kompatscher serve una sistemazione per 400 persone



BOLZANO. Profughi «fuori quota» da accogliere ufficialmente, i volontari protestano in Provincia. Fuori programma ieri mattina durante la conferenza stampa sulle decisioni della giunta. Alcuni volontari di «Bozen accoglie», rete di associazioni impegnate in prima linea nella solidarietà e assistenza ai richiedenti asilo, sono entrati nella sala stampa di Palazzo Widmann. Sono stati inviati a non interrompere i lavori (assente Kompatscher, le delibere di giunta sono state presentate dagli assessori Tommasini e Achammer). All’esterno, consistente presenza di polizia in borghese, ma è finita lì. «Bozen accoglie», che ha distribuito il volantino «Bolzano: diritti negati, autonomia nella disumanità e irresponsabilità», chiederà un incontro con l’assessora Martha Stocker. Il tema è la sistemazione dei richiedenti asilo «fuori quota», dopo l’accordo di venerdì scorso tra il presidente Arno Kompatscher e il ministro degli Interni Angelino Alfano. A Roma è stato pattuito che i fuori quota, arrivati a circa 400, devono rientrare nelle assegnazioni ministeriali previste per l’Alto Adige. Finora a queste persone è stata garantita da parte della Provincia solo una assistenza «soft», distinta dagli altri profughi, con pernottamento all’ex Lemayr ed ex Salewa. «Queste persone sono richiedenti asilo a pieno titolo: quando verranno assistiti come prevede la legge?», incalzano i volontari. In Alto Adige attualmente sono presenti 1060 richiedenti asilo delle quote ufficiali e 400 fuori quota. In base all’accordo Alfano-Kompatscher, verrebbe ora raggiunta la soglia di 1470 persone previste per l’Alto Adige. I prossimi passi sono stati discussi l’altro pomeriggio in un incontro tra Provincia, Comune, Caritas e Volontarius, ma sarà importante un confronto operativo tra Provincia e Commissariato del governo previsto entro la fine della settimana. Riferisce Paolo Valente (Caritas): «Come si deve tradurre l’accordo con Alfano? Lo Stato prende finalmente atto di avere la competenza anche sui “fuori quota”, per i quali si deve trovare ora una sistemazione». Ma la Caritas avverte la Provincia: «Risolto questo problema, dovremo gestire anche la presenza di chi supererà la quota. Non possiamo lasciarli su una strada. In attesa del loro trasferimento in altre regioni, bisognerà individuare uno spazio di transito». Il direttore di ripartizione Luca Critelli sottolinea che i 400 migranti fuori quota, ora riconosciuti ufficialmente, potranno essere ospitati nelle strutture supplementari per 700 posti che si stanno individuando. (fr.g.)

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