Profughi, patto con Roma sui fuori quota 

Kompatscher: «Su 100 migranti invisibili, 50 in altre regioni, gli altri regolarizzati qui». Stocker: verifiche sul caso Adan



BOLZANO. Gli «invisibili» che dormono sulla strada non lo saranno più. C’è l’accordo tra Provincia e ministero dell’Interno sui migranti fuori quota, il centinaio di persone presenti in Alto Adige, soprattutto a Bolzano, a causa dell’asse del Brennero. Verranno fatti «emergere», la loro presenza ufficializzata. La metà di essi è in fase di trasferimento in altre regioni, altri entreranno nel sistema ufficiale di accoglienza dell’Alto Adige. La notizia dell’intesa, che verrà presentata nei prossimi giorni, arriva nelle stesse ore in cui in consiglio provinciale si è riaperto aspramente il caso di Adan, il tredicenne curdo iracheno ammalato di distrofia muscolare, morto a Bolzano il 7 ottobre.

L’ACCORDO CON ROMA. È andata a buon fine la diplomazia riservata del presidente Arno Kompatscher con l’alto dirigente del Viminale prefetto Mario Morcone, avviata nelle scorse settimane dopo l’incontro con il ministro Marco Minniti. Una anticipazione era arrivata martedì dal sindaco Renzo Caramaschi, soddisfatto per l’annunciato alleggerimento delle presenze sul capoluogo. Fino ad ora i «fuori quota» non esistevano per il sistema dell’accoglienza locale. Si tratta dei migranti arrivati da soli in Alto Adige, con diverse situazioni giuridiche, non inseriti nel programma di suddivisione nazionale dei richiedenti asilo tra le regioni. Non avendo diritto all’accoglienza, come da oltre un anno segnalano le associazioni, si arrangiano come possono, all’aperto o affidati all’accoglienza volontaria. «Ho segnalato al ministero che oltre ai richiedenti asilo assegnati in base al riparto nazionale, in Alto Adige sono presenti circa un centinaio di fuori quota, di cui bisogna tenere conto, anche per alleggerire Bolzano. Finalmente si è fatta chiarezza dal punto di vista giuridico», riferisce Kompatscher. In collaborazione con il Commissariato del governo, una cinquantina di queste persone verranno inserite nel sistema di accoglienza altoatesino, scalandoli dalla quota assegnata alla nostra provincia. Gli altri verranno trasferiti in altre regioni, «in cui si stanno liberando posti grazie alla diminuzione degli sbarchi. Confido che in questo modo avremo meno persone sulla strada», riferisce Kompatscher.

LA MORTE DI ADAN. I Verdi tornano a chiedere chiarimenti sulla morte di Adan, la cui famiglia era arrivata a Bolzano dopo il diniego svedese alla richiesta di asilo. «Quali e di chi sono le responsabilità politiche e amministrative della non accoglienza nelle strutture pubbliche e perché essa è mancata, trattandosi di soggetti vulnerabili?», ha chiesto Riccardo Dello Sbarba ieri in aula. Al momento delle prime dimissioni di Adan dall’ospedale, ha riferito Dello Sbarba, una struttura aveva inviato una mail alla Provincia, segnalando la necessità di reperire un appartamento per il ragazzino, date le sue condizioni sanitarie: «È arrivata questa mail, e chi ha risposto?».

L’assessora Martha Stocker ha chiarito che saranno fatte indagini anche su questo punto, ricordando che il 10 ottobre aveva ricostruito la vicenda indicando «gli aspetti critici non solo per l’Alto Adige, ma anche per il Friuli Venezia Giulia, riguardo a una procedura che va concordata con lo Stato, in particolare per quanto riguarda l’accoglienza di persone che non sono ancora richiedenti asilo». (fr.g.)

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