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Rapaci, gufi e pappagalli: investigatori in azione 

L’ufficio Caccia e pesca vigila sul commercio di specie minacciate dall’estinzione. L'anno scorso in Alto Adige sono nati in cattività sette esemplari. Previsto un esame genetico 



BOLZANO. Il compito principale del corpo forestale è monitorare il rispetto della Cites, la convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione, sotto il coordinamento dell'Ufficio provinciale caccia e pesca e lavora spesso in collaborazione con i carabinieri.

«La nostra routine quotidiana non è eclatante ma è sempre stimolante, curiosa e, se ci imbattiamo in violazioni delle normative, queste sono rilevanti a livello penale», precisa Florian Blaas, direttore dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia.

Il lavoro principale dei forestali della Cites è il controllo degli animali protetti dalla Convenzione di Washington. Ci sono due sezioni: A e B.

«L'appendice A elenca gli animali a rischio estinzione e potenzialmente pericolosi che possono essere venduti e detenuti solo previa autorizzazione e certificazione ufficiale. L'appendice B elenca invece le specie animali che possono essere vendute con un semplice certificato: documenti che devono essere mostrati durante le ispezioni, ma la sola detenzione non deve essere segnalata. Si tratta di diverse specie di serpenti, rettili e altri animali esotici», prosegue Blaas.

Negli ultimi anni in Alto Adige la popolarità dei serpenti come animali domestici è aumentata, ma non ci sono dati precisi al riguardo. Esiste invece una legge nazionale sugli animali pericolosi che è indipendente rispetto alla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie a rischio estinzione, la cui detenzione è totalmente vietata ai privati ma per la quale possono essere firmate delle deroghe. Questi animali includono predatori come leoni e tigri.

«Ho l'onore di presiedere il reparto più eterogeneo dell'Alto Adige con la più estesa giurisdizione territoriale. I compiti e le attività del Corpo forestale sono molto vasti». L'assessore provinciale, Arnold Schuler, elenca i compiti che vanno da quelli di controllo e vigilanza sul rispetto delle norme vigenti in materia di silvicoltura, fauna selvatica e caccia, pesca, tutela dell'ambiente e del paesaggio, a quelli tecnici e amministrativi, fino alla sovrintendenza, alle relazioni pubbliche e ai servizi di consulenza.

Il compito principale dei forestali della Cites è quello di monitorare la detenzione e la vendita di rapaci, gufi e pappagalli.

«Dobbiamo essere informati quando gli animali dell'appendice A nascono in cattività, vengono venduti o devono essere impagliati», spiega Florian Blaas.

L'anno scorso, ad esempio, in Alto Adige sono nati in cattività sette uccelli rapaci. «Gli animali vengono sottoposti a marcatura tramite chip e, se l'autorità di controllo del Comitato scientifico della Cites nazionale lo ordina, anche a un esame genetico.

Vengono inviati a Roma campioni di piume o di sangue per assicurarsi che gli animali siano davvero nati in cattività e non siano stati catturati successivamente», spiega Blaas. Cinque di questi esemplari sono poi stati venduti regolarmente con un certificato rilasciato dall'ufficio. Con il permesso dell'ufficio sono inoltre stati impagliati alcuni animali tra cui una civetta, un barbagianni e un gufo.

«Veniamo spesso contattati da cittadini che si trovano a ereditare animali soggetti alle normative della Convenzione di Washington e noi li assistiamo per assicurarci che siano in regola con le pratiche burocratiche», racconta il direttore provinciale.

L'ufficio riceve anche segnalazioni di sospette detenzioni inappropriate di animali non autoctoni. «Di recente abbiamo effettuato un'ispezione a casa di un allevatore di pappagalli e assieme abbiamo cercato una soluzione per offrire agli uccelli condizioni di vita migliori», riferisce Blaas.

 













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