Regina Pacis abbraccia il «suo» don Massimiliano

Ieri la prima messa del nuovo sacerdote bolzanino, tornato nella sua parrocchia Chiesa piena e brindisi sul sagrato. Festa anche per don Guido Crepaz


di Riccardo Valletti


di Riccardo Valletti

BOLZANO

Per la sua prima omelia, don Massimiliano Sposato ha scelto la parabola del buon pastore. La tradizione vuole che sia il festeggiato a scegliere il brano del Vangelo per la sua prima messa, e don Massimiliano ha voluto quello della quarta domenica di Pasqua, un vangelo festoso. Bolzanino, 37 anni, diplomato in pianoforte al conservatorio Monteverdi e laureato in lingue, è stato ordinato sacerdote domenica scorsa dal vescovo Muser nel duomo di Bressanone e ieri è tornato a Regina Pacis, la sua parrocchia di sempre, la stessa in cui è cresciuto e ha visto invecchiare don Olivo e don Guido Crepaz, per celebrare la sua prima messa di fianco ai due anziani sacerdoti.

«Giusto in questo stesso giorno, 44 anni fa – spiega il parroco don Olivo – io stavo celebrando la mia prima messa, da allora questa comunità non ha più ricevuto vocazioni fino ad ora, e io ho chiamato questi anni il grande silenzio, che ora è terminato». E nello stesso giorno, però ancora più indietro, 65 anni orsono, veniva ordinato sacerdote don Guido, il prete più anziano della comunità. Il buon pastore, quindi, nelle parole di don Massimiliano, è la storia della sua vita e della comunità da cui trarre esempio, «ho avuto la fortuna di incontrarne molti sul mio cammino», ma anche l’interrogativo rispetto al presente: «In questi tempi di falsi profeti e sedicenti pastori e indovini che distribuiscono promesse, c’è ancora spazio nei vostri cuori per ricevere il vero buon pastore?». La risposta arriva dalle preghiere dei fedeli, che chiedono nuove vocazioni e si augurano che don Massimiliano porti la parola del Signore tra i giovani.

In via Dalmazia una chiesa gremita e attenta, ha ascoltato le parole del nuovo sacerdote, durante una cerimonia ricca di musica e canti, una celebrazione bilingue con la presenza di una ventina di sacerdoti concelenranti. Poi la parola al parroco, don Olivo, «forse arriverà un momento in cui ti sentirai un povero prete inutile, quel giorno ricordati che hai una comunità che ti sostiene, e saprai di essere forse un povero prete inutile, ma necessario». A don Massimiliano verrà assegnato l’incarico di cappellano della chiesa di Santa Maria Assunta da settembre, «ma spero che diventi il mio successore"». Sorride don Olivo brindando col quartiere sul sagrato dopo la cerimonia. Poi un turbine di abbracci e strette di mano della comunità che festeggia il suo prete più giovane insieme a quello più anziano.

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