Renzi insiste: l’Austria sta sbagliando

Il premier richiama la peculiarità dell’Alto Adige. Kompatscher da Alfano: rassicurazioni sul contingente dei profughi


di Alessandro Bandinelli


BOLZANIO. «L'ipotesi della chiusura del Brennero è assolutamente sbagliata». Lo ha detto il premier Matteo Renzi incontrando la stampa estera. « È storicamente (il Brennero ndr) uno dei fronti delle guerre civili europee, un po’ come il confine franco-tedesco, molto significativo per tutti noi. Non a caso in quell'area in Italia abbiamo un'autonomia particolarissima. Sull'immigrazione si tratta di avere una strategia globale: da un lato comprendere che il problema esiste, dall'altro però non accettare che si torni al principio delle barriere e delle quote. Ma o c'è una mano di tutti i Paesi, o non si va da nessuna parte». Parole chiare quelle del premier Renzi, soprattutto sulle ripercussioni in Alto Adige di una eventuale chiusura dei confini da parte dell’Austria, ripercussioni, vista la storia particolare di questo territorio non solo di carattere economico.

E proprio per capire come strutturare un’ eventuale emergenza e in che modo limitarne l’ impatto, che i presidenti di Alto Adige, Trentino e Tirolo, hanno incontrato ieri a Roma, il ministro degli interni Alfano. Nell’incontro, in cui erano presenti i massimi vertici del ministero, dal capo della polizia Alessandro Pansa, al prefetto Mario Morcone competente per i flussi migratori sul territorio nazionale, sono state avanzate da Kompatscher e dai suoi omologhi cinque le proposte: gestione del flusso dei migranti, distribuzione tra regioni, riparto nazionale, utilizzo delle caserme, coinvolgimento delle forze di Polizia. Su tutti i punti il governo ha assicurato il proprio sostegno.

«Politicamente abbiamo ribadito il nostro no alla chiusura di Schengen, contestualmente chiediamo che gli stati europei si diano una mossa, confidiamo nel vertice convocato per i primi di marzo in cui speriamo saranno fatti passi importanti. Noi dal canto nostro ci siamo impegnati a fare il massimo per tenere sotto controllo la situazione. Sui nuovi arrivi dalla rotta del mediterraneo Alfano ha detto che gli hotspot saranno attivi entro due settimane, mentre per quanto riguarda gli arrivi dalla dall’Austria dei migranti che sfruttano la rotta balcanica - fenomeno che sembra destinato a ridursi nei prossimi mesi grazie misure messe in campo dai paesi dell’ex Iugoslavia - il ministro ha comunque assicurato una equa ripartizione nel sistema nazionale». Kompatscher ha quindi chiesto la messa a disposizione delle caserme dismesse proponendo al ministero di fare da tramite anche con il ministero della Difesa per sollecitarne i tempi. «Nell’ambito dei controlli al confine abbiamo chiesto anche di istituzionalizzare gli incontri della nostra task force a livello Euregio, tra il rappresentante del ministero, cioè il questore di Bolzano, con l'omologo del Tirolo per intensificare lo scambio d’impressioni e la collaborazione nella gestione dell’emergenza».

Kompatscher si è espresso anche sulla presenza del rappresentante del Tirolo, Günther Plattern: «Il capitano del Tirolo ha illustrato la decisione che ha portato l'Austria all’annuncio dei controlli, ribadendo sul fatto che la ripartizione a livello europeo non funziona. Tema condiviso anche dall’Italia. La sua presenza - ribadisce il presidente della provincia - è comunque un segnale di collaborazione importante». Kompatscher ha insistito sul tema della collaborazione internazionale: « Credo che gli stati europei dovrebbero usare ogni mezzo, anche economico per controllare i confini esterni a Schenghen. Secondo uno studio francese, i costi di una eventuale chiusura dei confini interni europei si aggirerebbero sui 110 miliardi di euro all'anno. Una somma molto maggiore rispetto all’attivazione di politiche necessarie al controllo dei flussi. Ci auguriamo che si intervenga al più presto nei territori di partenza: Turchia, nord della Siria - come proposto dal ministro degli esteri tedesco Stainmaier - e anche nord Africa, dove la comunità internazionale si sta attivando per trovare una interlocuzione con la Libia». Insomma per il presidente della provincia: «Questo è quello che chiediamo sul fronte politico, mentre sul fronte amministrativo ci stiamo preparando a ogni eventualità».

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