Richiedenti asilo: sono 745 A breve 310 posti nei paesi

Il vertice in Prefettura: situazione destinata a migliorare grazie alla periferia In città 40 fuori quota. La Provincia: «Aiuteremo solo chi ha le carte in regola»



BOLZANO. Il commissario del governo, prefetto Elisabetta Margiacchi, ha presieduto ieri a Palazzo Ducale una riunione del Tavolo di Coordinamento sui flussi migratori non programmati. All’ordine del giorno, così in una nota del Commissariato, la verifica dell’andamento del cronoprogramma di distribuzione e accoglienza dei richiedenti protezione internazionale riferibili alle quote assegnate all’Alto Adige dal Ministero dell’Interno nei comuni della provincia e il punto della situazione concernente la presenza nel capoluogo di stranieri provenienti da altre realtà territoriali.

In ordine ai primo punto, «si registra la stabilità dei numeri dei richiedenti protezione internazionale assistiti ad onere del ministero».

Con la prossima apertura dei centri di accoglienza di San Candido, Silandro, Lana, Renon, Bressanone, Laives e Ora saranno disponibili 310 posti di accoglienza, «contribuendo in tal modo ad alleggerire Bolzano, che ospita al momento 745 richiedenti protezione internazionale in quota governativa». Dati alla mano, è da rilevare come in generale le modalità gestionali dell’accoglienza, impostata anche per il futuro secondo parametri che privilegino nuclei corrispondenti ad una forbice dai 25 ai 60 posti, «non denoti significative criticità, seppur il cronoprogramma di allocazione dei richiedenti protezione internazionale nei comuni della provincia registri un lieve rallentamento in ragione del protrarsi di alcuni lavori nelle strutture individuate e sopra elencate».

Più problematica, ammette la prefettura, la questione della presenza a Bolzano di cittadini stranieri extracomunitari non rientranti nelle quote ministeriali, «nei confronti dei quali si registrano diverse, variegate e spesso antitetiche posizioni ed aspettative nell’ambito della comunità cittadina».

Bisogna rammentare, prosegue la Prefettura, «per non ingenerare equivoci o false aspettative in coloro che ospitano e in coloro che ricevono ospitalità, la netta linea di confine tra i profili prettamente umani e caritatevoli impliciti nel concetto di accoglienza e il dovere delle istituzioni di provvedere all’assistenza, inevitabilmente vincolata, anche logisticamente, a parametri che non possono comprendere, senza limiti, indistintamente e genericamente ogni autonomo arrivo, singolo o di gruppo, sul nostro territorio».

Dall’esame dei dati relativi alle presenze registrate all’Emergenza freddo e dalle risultanze della cosiddetta lista di attesa presentata dalle associazioni di volontariato, emerge che, complessivamente, circa 40 persone, così come oggi stimate, hanno diritto all’ingresso nelle quote statali. In vista della prossima cessazione dell’attività delle strutture dedicate all’emergenza freddo, le autorità statali provinciali e comunali hanno condiviso la volontà di garantire assistenza, in attesa dell’ingresso nei centri per richiedenti asilo, ai richiedenti protezione internazionale giunti sul territorio e in possesso dei requisiti per l’accoglienza a carico dello Stato. «Ci siamo trovati concordi sul fatto - così il presidente Kompatscher - che nell’attuale situazione di forte mobilità territoriale sarebbe segnale non in linea con il rispetto delle leggi offrire soluzioni stabili per quanti non hanno un chiaro diritto all’accoglienza. Continuerà invece l’impegno umanitario della Provincia con interventi di bassa soglia, in particolare presso le stazioni e nei confronti delle persone vulnerabili».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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