Riconosciuto il congedo dopo il matrimonio gay

Lo psicologo dell’ospedale di Bressanone Wieser si era sposato a Berlino nel 2012 Vistosi negato il periodo di permesso, ha avviato un’azione legale e ha vinto



BRESSANONE. L'Azienda sanitaria dell'Alto Adige ha riconosciuto il congedo matrimoniale a un suo dipendente, Christian Wieser, che nel 2012 aveva sposato a Berlino il suo compagno austriaco Armin Dallapiccola. La notizia è stata data dal legale della coppia, l'avvocato Michele Giarratano.

Lo psicologo 43enne dell’ospedale di Bressanone è in aspettativa da oltre un anno e vive a Berlino con il compagno, un attore televisivo e teatrale. Dopo l'unione civile celebrata nel municipio della capitale tedesca, Wieser aveva chiesto all'Asl il congedo matrimoniale, che in un primo momento era stato però negato. Con l'assistenza del legale di Gay Lex, è arrivato ora il ripensamento dell'Asl a seguito della causa di lavoro proposta dal dipendente, causa che ha riconosciuto due settimane di congedo matrimoniale.

«È un risultato davvero importante, soprattutto tenuto conto che il datore di lavoro non è un'azienda privata ma un ente pubblico», afferma Giarratano.

Quanto a Wieser, intervistato quasi un anno fa dal nostro giornale, aveva spiegato che la sua era «una battaglia di principio: voglio che anche agli omosessuali vengano riconosciuti i diritti garantiti alle coppie tradizionali».

Brissinese, Wieser aveva raccontato all’Alto Adige, che lui e il suo compagno si erano sposati a Berlino perché «la legislazione tedesca prevede le unioni civili che garantiscono gli stessi diritti e doveri a tutti».

Le nozze erano state celebrate nel municipio della capitale tedesca e alla festa era seguito il viaggio di nozze. Wieser aveva chiesto alla direzione dell'Asl di Bressanone il congedo matrimoniale, ma al ritorno al lavoro aveva scoperto che gli era stato negato. Lo psicologo brissinese si era allora rivolto a Michela Morandini, consigliera di parità in Alto Adige, e all'Arcigay nazionale a Bologna. «Entrambi - dice Wieser - hanno cercato di spiegare all'Asl che in base a quanto previsto dalla legislazione europea, e da pronunciamenti della Cassazione, il congedo matrimoniale mi spettava. Ma non c'era stato nulla da fare». Per questo aveva deciso di fare causa all'Azienda sanitaria di Bressanone.













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