Rifiuti, un piano per evitare l’«import»

Incontro con il Ministero per smaltire 40mila tonnellate portate oggi all’estero. Per l’ambiente meglio la soluzione trentina


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un piano per evitare l’import di rifiuti dal vicino Trentino, in particolare dalle valli di Fiemme e Fassa e dalla piana Rotaliana, venendo al contempo incontro alle richieste di aumento delle prestazioni degli inceneritori inserite nel decreto Sblocca Italia. Lo sta approntando l’ufficio gestione rifiuti della Provincia, su sollecitazione dell’assessore Richard Theiner. Questa è l’ipotesi a cui si sta lavorando: si brucerà una porzione dei rifiuti speciali delle demolizioni edilizie (oggi vengono smaltiti dai privati in Austria, Svizzera e Germania). La proposta è già stata portata all’attenzione del ministero, a Roma.

La qualità dei rifiuti bruciati sarebbe di certo inferiore, rispetto a quella del semplice residuo casalingo trentino, e di questo sarà di certo necessario tenere conto. Però, dall’altra parte, verrebbero meno i viaggi verso l’estero dei tanti mezzi pesanti avanti e indietro dai cantieri, e poi non si inquinerebbe ulteriormente per via dell’import dei rifiuti da Trento a Bolzano.

Attualmente, come conferma il direttore dell’ufficio rifiuti Giulio Angelucci, l’inceneritore bolzanino viaggia al 70-75% delle sue potenzialità. «Ma in Italia ce ne sono alcuni da 500 mila rifiuti l’anno che ne bruciano 100 mila». Il governo preme perché si bruci di più, anche se non ha deciso chi, dove, come e quando. Dovranno farlo le regioni. E quindi le province autonome.

E allora in Provincia - sintetizzando - hanno pensato: prima di bruciare rifiuti altrui, smaltiamo quelli di chi paga le tasse in Alto Adige, primi fra tutti le ditte dell’edilizia, che premono coi loro scarti da demolizione. Oggi portarli altrove costa; l’ente pubblico, anche non dovendo perseguire utili, potrebbe proporre ai privati prezzi concorrenziali, decurtati oltretutto dei costi di trasporto che in pratica verrebbero a cadere. Si sta parlando di circa 40 mila tonnellate di materiali che potrebbero essere digeriti dall’inceneritore di Bolzano: plastica, legno, imballaggi da cantiere. Attualmente, si stanno effettuando delle prove tecniche per sondare la possibilità di procedere. I risultati per ora sono altalenanti, e ancora una soluzione non è stata trovata. Ma i tecnici sembrano fiduciosi e anche al ministero avrebbero espresso pareri positivi.

In fin dei conti, Bolzano, in relazione ad altre realtà italiane, è già piuttosto virtuosa, quindi da Roma non si pretende poi moltissimo. Più che altro, un segnale di buona volontà. Si potrebbe partire con gli scarti da demolizione, dopo le adeguate selezione e cernita. E se poi magari il Trentino avesse bisogno di un aiutino, glielo si potrebbe anche dare. «Ma il ministero non pretende che facciamo funzionare l’impianto al 110%», chiarisce Angelucci.

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