Rimborsi elettorali: alla Svp 4,5 milioni

Ecco come Roma finanzia i partiti locali. Achammer: in parte li giriamo agli alleati


Marco Rizza


BOLZANO. Autonomia sì, ma fino a un certo punto. Centinaia di migliaia di euro arrivano ogni anno dallo Stato ai partiti locali sotto forma di rimborsi elettorali, assegnati a rate annuali per tutta la legislatura. Ora 0,7 euro a voto - in precedenza 1 euro - per politiche, europee e provinciali: ma nelle prime due solo se si supera il quorum nazionale dell'1%. Le cifre sono quindi molto diverse: dal milione circa l'anno della Svp ai 22 mila euro che per esempio arrivano nelle casse dei Verdi.

I rimborsi non non sono l'unica entrata di un partito: ci sono anche i contributi versati dagli eletti e il tesseramento. Ma certo sono una voce pesante. Fare chiarezza nella foresta dei bilanci dei partiti non è cosa semplice. Le voci sono abbastanza generiche, quindi bisogna chiedere lumi ai responsabili amministrativi dei singoli partiti. Philipp Achammer, segretario organizzativo della Volkspartei, mette subito in chiaro che «la Svp è supertrasparente». La Svp è l'unico partito altoatesino, senza agganci nazionali, ad avere anche parlamentari ed europarlamentari.

Dice Achammer: «Quest'anno ci arriveranno 180 mila euro come rimborso per le provinciali 2008, 240 mila per le europee del 2009 e 530 mila per le politiche del 2008». In tutto quindi 950 mila euro, «di cui però una parte va girata ai partiti che hanno appoggiato la candidatura di Peterlini al Senato (Pd, Idv e socialisti, ndr) e una minore al Patt per l'appoggio alla lista della Camera». Sui 530 mila in realtà c'è l'incognita della norma attualmente in discussione in Parlamento, e potrebbero essere diminuiti. «Possiamo dire che in 5 anni abbiamo ricevuto circa 4,5 milioni, ma il 40% di quelli per le politiche li abbiamo girati ai nostri alleati».

Le entrate Svp sono notevoli anche sugli altri fronti: per restare al 2010, 506 mila euro di quote associative e quasi un milione di versamenti da parte degli eletti (10% dello stipendio netto dei consiglieri provinciali, 4% degli amministratori comunali, 10% dei deputati). Gli altri partiti vivono in galassie diverse rispetto alla Svp. È il caso del Partito democratico, che per altro a livello nazionale è l'unico ad avere il bilancio certificato da una società esterna: «Nel 2011 - dice il tesoriere Mauro Marchi - abbiamo ricevuto 51 mila euro di rimborsi per le nazionali: 33 mila per il Senato (l'elezione di Peterlini, ndr), cifra che per quasi due anni non abbiamo preso perché la Svp si era dimenticata di presentare la domanda; e 18 mila per la Camera, in seguito a un accordo stipulato con Roma. Per le provinciali invece i soldi vanno direttamente a Roma. Le nostre entrate principali sono i contributi degli eletti: il 18% per i provinciali e il 7% per i comunali. In tutto nel 2011 130 mila euro».

Invece la Lega Nord, stando al portavoce Claudio Degasperi, i rimborsi nemmeno li vede: «Non ce ne siamo mai occupati, immagino arrivino a Milano. A noi non danno nulla». I partiti territoriali invece ricevono solo i rimborsi per le provinciali. Unitalia per la verità ci ha rinunciato: «Avevamo diritto a 7 mila euro l'anno - dice Donato Seppi - ma ho scritto alla Camera che ci rinunciamo. In tempi non sospetti... I partiti devono cavarsela senza soldi pubblici. Noi stiamo in piedi coi miei contributi e con quelli dei consiglieri comunali».

I Freiheitlichen ricevono invece circa 50 mila euro l'anno per le provinciali: «Per il resto ognuno dei 5 consiglieri provinciali dà 1300 euro al mese - dice Pius Leitner -. Non prendiamo rimborsi per le nazionali, anche se partecipiamo. E rispetto alla Svp non possiamo fare detrarre dalle tasse i contributi dei privati. È una direttiva dell'Agenzia delle Entrate del 2006: si possono detrarre solo contributi a partiti con un eletto in Parlamento. Tipo la Svp, guarda caso...».

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