Rimpasto di giunta ad alta tensione

Le deleghe di Laimer a Mussner e Berger che dovrebbe cedere il turismo a Widmann: ma i mal di pancia sono forti


di Orfeo D0onatini


BOLZANIO. Approvata la riduzione del numero degli assessori in giunta provinciale per evitare una immediata sostituzione del dimissionario Michl Laimer, nell’esecutivo del presidente Durnwalder si è aperta una stagione di tensioni e di “mal di pancia” decisamente molto forti: l’ipotesi di passare le deleghe sull’energia a Florian Mussner e quelle sull’urbanistica e l’ambiente ad Hans Berger costringendo quest’ultimo a “passare” il turismo al collega Thomas Widmann per ora non sta raccogliendo grandi consensi. Ed anche la forzatura del presidente di anticipare questa ipotesi senza coinvolgere direttamente gli interessati non ha riscosso grande successo tanto che sembra che anche rapporti consolidati come quello fra Durnwalder e il suo vice Berger ora stanno registrando delle crepe inimmaginabili fino a poche ore fa.

É sulla delega alla gestione del turismo che si sta giocando la parte più rilevante della “partita”: Berger per ora fa il diplomatico e parla di «ipotesi che non mi entusiasma, ma sulla quale devo ancora parlare approfonditamente con il presidente».

Tuttavia chi conosce bene l’assessore all’agricoltura e turismo parla di un Berger furibondo che non vorrebbe proprio starci ad aver fatto tutto il lavoro più ingrato quale quello di tagliare i contributi ed imporre nuove tasse al comparto turistico - con scelte dettate e condivise per altro da tutto l’esecutivo - per vedersi oggi sfilare la gestione più semplice e gratificante del settore chiamato a grandi sfide per fronteggiare la crisi.

In altre parole Berger, che ha pure altri obiettivi politici proiettati alle primarie per la corsa in Parlamento, ed in particolare per il seggio senatoriale, non gradisce di fare il parafulmine delle impopolari scelte attuate dalla giunta ed in particolare dalla Stella alpina. E allora scricchiolano sia il tradizionale senso dell’obbedienza al “capo”, che il tradizionale patto di ferro che da sempre lega il presidente ai suoi assessori ed a Berger in particolare.

Con ogni probabilità sarà ancora una volta Durnwalder a vincere come è successo di fatto con lo stop imposto a tutto il partito - anche se l’Obmann Thiener parla di “positivo compromesso” - all’ingresso in giunta di Arnold Schuler. Tuttavia l’incrinatura soprattutto nei rapporti interpersonali pare destinata ad essere come quelle crepe sul ghiaccio, pericolosamente latenti e pronte ad aprirsi in ogni momento.

E nella tenuta del consenso della Stella alpina è invece fondamentale dare l’immagine -à che però deve corrispondere ad una vera sostanza nei fatti - di una straordinaria compattezza della squadra e della sua unità di intenti, al di là di ogni personalismo.

Invece ciò che emerge è una vera e propria lotta di potere fra i big della Stella alpina, senza esclusione di colpi : per il dopo-Durnwalder, per la corsa a Roma, per i futuri posti in consiglio provinciale. E forse siamo solo all’inizio, mentre i sentimenti dell’antipolitica stanno per soffiare anche nelle vallate altoatesine con esiti difficilmente oggi quantificabili.

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