Rione Maria Assunta senza un negozio di generi alimentari

In estate chiuso l’unico market, ma ora ci sono nuove idee Il vicesindaco: dare l’attività ad associazioni e volontariato


di Simone Facchini


MERANO. Da un disagio potrebbe nascere un'opportunità, ovvero come chiusa una porta si può aprire un portone. Ancora sul piano progettuale e con tante tessere del mosaico da comporre, l'eventualità riguarda il rione Maria Assunta e si allaccia all'assenza ormai da più mesi, nel quartiere, di un negozio di alimentari.

Anche solo per pane e latte almeno due chilometri di tragitto non vengono risparmiati a nessuno dei residenti, un migliaio, fra via Wagner e largo Rosmini ossia nel "rione" propriamente detto, molti dei quali avanti con l'età. Andrà un po' meglio quando, nei nuovi complessi in zona ex Kinkelin in via Bersaglio di fronte al campo sportivo Combi, aprirà un nuovo supermercato. Ma non succederà domani e la distanza da coprire resterà comunque intorno al chilometro. Alla storica conduzione, cessata giusto un anno fa, da parte della famiglia Tomio del market SuperAssunta nel cuore del rione, era succeduta fra le stesse mura una nuova gestione che a inizio estate ha tuttavia abbassato le saracinesche, privando di fatto la zona di un punto vendita di generi alimentari.

Ora un recente incontro fra Marco Bertoncello, presidente del comitato di quartiere, e Andrea Rossi, vicesindaco e assessore al decentramento, sembra schiudere nuovi orizzonti. "Stiamo lavorando a una soluzione" spiega Rossi, ricordando che i locali interessati sono proprietà dell'Ipes e che rimane da affrontare la situazione con gli attuali affittuari.

"Quello a cui stiamo pensando, cercando la giusta via sul piano procedurale e amministrativo, è la creazione di uno spazio dove potersi rifornire di prodotti alimentari primari che diventi allo stesso tempo un luogo di aggregazione, vissuto in vario modo dalla comunità e dalla sua rete sociale. Un progetto sperimentale per il quale riteniamo che il rione Maria Assunta possegga il profilo più idoneo, proprio per il suo relativo isolamento rispetto al resto del tessuto urbano, aspetto che gli infonde una specifica identità".

In questo spazio, che verrebbe gestito dal mondo dell'associazionismo e del volontariato, la possibilità di effettuare piccole spese andrebbe a convivere con attività dedicate ai bambini, alla terza età, al comitato di quartiere.

È così che in risposta al dilagare della grande distribuzione a scapito del commercio di vicinato, fenomeno gravido di effetti spersonalizzanti, potrebbe sorgere un progetto che riporti la socialità e il senso di comunità al centro del discorso. «Ma rimane molto da fare - puntualizza Rossi - e dunque i tempi non saranno brevissimi. Intanto per il rione Santa Maria Assunta abbiamo in agenda un'altra iniziativa con finalità analoghe. Mutuata da esperienze positive a Bologna, dove è nata, ma anche a Milano e Trento, si chiama "Social Street" e mira alla socializzazione con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti di interesse comune. Si va dai piccoli lavori di casa per i quali chiedere aiuto al vicino che li sa svolgere fino all'organizzazione di manifestazioni. Si utilizzano piattaforme già esistenti, a partire da Facebook». Quella rete virtuale che ti fa conoscere tanta gente ovunque nel mondo, mentre magari non conosci il dirimpettaio di pianerottolo.













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