Rischia il mini-appartamento per pagare la retta del padre

La disavventura di un bolzanino: «Costretto a pagare 100 euro al mese per aver ereditato un piccolo immobile». Il padre non riusciva a pagare il conto alla casa di riposo a Don Bosco


di Mario Bertoldi


BOLZANO. «La povera gente che ha difficoltà ad arrivare a fine mese viene vessata e costretta ad indebitarsi per far fronte, ad esempio, alle rette di una casa di riposo che i propri genitori non sono in grado di pagare. Succede anche in Alto Adige dove i consiglieri provinciali si regalano vitalizi d’oro e liquidazioni da capogiro con soldi pubblici». Lo sfogo è di Giuseppe Stanca, bolzanino, artista illusionista, costretto a sbarcare il lunario tra mille difficoltà tra un contrattino e l’altro per piccoli spettacoli. Eppure l’Azienda dei Servizi Sociali non appena il padre, poco prima di morire, gli ha intestato una modesta proprietà immobiliare (un quarto di un piccolo appartamento) l’ente pubblico è andato all’attacco per ottenere il pagamento delle quote di assistenza e ospitalità alla Casa di Riposo «Don Bosco» a cui il genitore con la propria pensione non riusciva a far fronte. In effetti tra retta di carattere alberghiero e la somma da pagare per l’assistenza sanitaria, il conto mensile per l’anziano ospite della casa di riposo superava le effettive disponibilità finanziarie derivanti da una pensione mensile di 1240 euro.

La differenza, a seguito dell’incapacità economica dei familiari, la metteva l’ente pubblico ma non appena il figlio Giuseppe ha ereditato la titolarità del 25 per cento di un piccolo appartamento del padre (poi defunto), l’azienda servizi sociali ha presentato il conto disponendo il recupero dei soldi che erano stati anticipati per l’ospitalità dell’anziano. Preso atto che il valore catastale della parte di immobile ereditato era di 5690,80 euro, Giuseppe Stanca si è visto recapitare a casa una lettera raccomandata con la quale l’Azienda servizi sociali intimava allo stesso Stanca di versare l’intera somma a copertura di quanto il padre, nell’ultimo anno di assistenza, non era riuscito a versare. Di fronte alla considerazione che l’importo in questione faceva riferimento al valore castale e non a soldi effettivamente disponibili, il bolzanino si è è sentito consigliare di vendere il mini appartamento (o per lo meno la propria quota) per monetizzare e pagare la quota in contestazione. E così Giuseppe Stancaha cercato un’altra soluzione, meno pesante sull’impatto economico. Non essendo in grado di pagare 5690 euro in un’unica soluzione, ha concordato rate da 100 euro mensili a cui fa fronte seppur tra mille difficoltà per arrivare a fine mese. Un impegno finanziario che durerà poco di 5 anni, per effetto di una legge provinciale che però è già stata oggetto di contestazioni legali in sede giudiziaria . Amaro il commento di Stanca nei confronti di una «provincia dove i politici si aumentano gli stipendi ed i vitalizi e noi cittadini dobbiamo indebitarci...»

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