il caso

Ristrutturazioni casa, milioni di euro persi per un cavillo

In pochi mesi 100 i casi trattati dal Caaf Cgil di Bolzano: senza denuncia di inizio lavori si perde il diritto ai rimborsi Irpef


di Davide Pasquali


BOLZANO. C’è chi sperava, anzi era certo, di incassare 30, 40 o 50 mila euro in dieci rate annuali, da quest’anno fino al 2027, rientrando così - a seconda dei casi - del 50 o del 65% nelle spese sostenute per risistemar casa. E invece non vedrà il becco di un quattrino. Sono almeno cento i casi seguiti negli ultimi mesi dal Caaf della Cgil del capoluogo altoatesino. Perché? La normativa in vigore non è mutata, però agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate quest’anno è giunta una circolare da Roma: prima di concedere le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie, risanamenti energetici e mobilio, prego controllare che chi è impiegato nella ristrutturazione abbia comunicato l’inizio lavori, con la specifica di quante e quali ditte lavoreranno nel tal appartamento. Chi non l’ha fatto, non ha diritto a un bel nulla. Un cavillo burocratico, per colpa del quale se ne vanno però in fumo decine e decine di migliaia di euro. A testa.

A lanciare l’allarme è l’amministratore delegato del Caaf Cgil di Bolzano, Marco Pirolo. Negli ultimi mesi al Centro autorizzato di assistenza fiscale hanno sudato sette camicie: pareva fosse il sindacato a non voler aiutare i contribuenti. Ma non era così. Perché in tanti, in troppi, in occasione della dichiarazione dei redditi si sono presentati per far inserire nel modello 730 la richiesta di sgravi fiscali Irpef senza prima essersi informati a dovere sull’esatto iter da seguire.

Spiega Pirolo: «Sono assolutamente in buona fede». Hanno controllato di averne diritto perché pagano sufficienti imposte annuali sul reddito delle persone fisiche, hanno presentato o richiesto in Comune l’asseverazione o la concessione edilizia, hanno effettuato i bonifici rispettando i criteri imposti dall’Agenzia delle Entrate con tanto di riferimenti alle due leggi quadro in materia di ristrutturazioni edilizie e risanamenti energetici e inserendo i codici fiscali di chi paga e di chi incassa, hanno conservato le fatture. Tutte belle in ordine. In tanti, però, in troppi, non sanno che nel caso in cui a lavorare nel cantiere casalingo siano più ditte, occorre comunicarlo subito, prima dell’avvio dei lavori. E chi se lo dimentica è spacciato. Perché, dopo, non si può più fare. E non è nemmeno possibile presentare ricorso. È una mancanza di chi presenta le carte. Se te ne dimentichi una sola, per ignoranza della legge, all’Agenzia delle Entrate non interessa.

Nel resto del nostro paese, la comunicazione di inizio lavori deve essere effettuata all’Azienda sanitaria locale. Da noi, in Alto Adige, la comunicazione deve essere invece fatta all’ispettorato del lavoro. Si devono specificare le generalità del committente, l’ubicazione dei lavori, la natura dell’intervento da realizzare, i dati identificativi della o delle imprese che eseguiranno i lavori, la data di avvio degli stessi. La comunicazione ha una valenza assai significativa, perché consente all’Agenzia delle Entrate e all’Ispettorato del lavoro di contrastare il «nero». I datori di lavoro sono così costretti a pagare i contributi previdenziali a muratori e piastrellisti, a garantire loro condizioni di lavoro sicure, nonché a pagare le relative imposte.

Ovviamente, però, lo Stato vigila anche per un altro motivo. Spiegato dal nome stesso dell’ente preposto: l’Agenzia si chiama mica per niente delle Entrate. Più soldi entrano, meglio è. E, altrettanto, meno ne escono meglio è. E siccome negli ultimi anni i rimborsi fiscali per ristrutturazione (50% fino a 100.000 euro), risanamenti energetici (65% fino a 96 mila euro) e mobilio (50% fino a 10 mila euro) sono sempre più gettonate, una stretta ai controlli di certo male non fa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

gli accertamenti

Pestaggio a Bolzano, la polizia ha un video 

L’aggressione al Life Club. Il giovane, che dice di essere stato picchiato dai buttafuori, si è presentato ieri in Questura. «Distorsione cervicale e contusioni varie» nel referto dell’ospedale. L’avvocato Ferretti: «Respingiamo ogni accusa»


aliosha bona

Attualità