Rogo New Pub, portico ancora inagibile

Il passaggio pedonale resta chiuso. Nessuno ha sgomberato e messo in sicurezza il locale. Preoccupati i negozianti


di Davide Pasquali


BOLZANO. Che la faccenda non si risolvesse in fretta, data la portata degli interventi necessari, era piuttosto prevedibile, ma che trascorressero oltre quaranta giorni senza che nessuno risolvesse un minimo la questione non era affatto immaginabile. Eppure, a un mese e mezzo dal rogo che ha completamente distrutto il New Pub di piazza Mazzini, il locale non è stato sgomberato dalle macerie e nessuno ha messo in sicurezza l’area, chiudendo le «luci» con una qualche paratia di legno o di altro materiale; il portico rimane chiuso da transenne e non è percorribile, come interrotti risultano due attraversamenti pedonali e un marciapiedi. Il porticato, oltrettutto, non è stato ripulito e, tutt’ora, gli esercenti devono lottare quotidianamente con la fuliggine che si insinua ovunque dopo essere precipitata dal soffitto. Pare che nessuno voglia pagare i lavori. Le assicurazioni? Tutto fermo. Tosolini? Non è certo sua la colpa del rogo. Il gestore del locale? Con l’incendio ha perso tutto e così pare che non possa contribuire.

Manca la sicurezza. Certo, davanti al New Pub sono state sistemate delle chiudende metalliche, ma ci vuole niente a scavalcarle e non pochi ragazzini, a ora tarda, si avventurano per buttare un occhio e maneggiare qualche reperto combusto. Oltre le transenne metalliche, sono accatastati a terra, alla rinfusa, i resti bruciati dello storico locale, andato a fuoco nelle prime ore del mattino del 22 luglio scorso. Sono trascorsi oltre quaranta giorni. Ci sono stati i sopralluoghi, le verifiche, le analisi da parte degli inquirenti che indagano sulle cause del rogo. Sono occorse diverse visite anche da parte dei vigili del fuoco. Ma ormai i sopralluoghi sono terminati. Sono in molti a chiedersi come mai a Bolzano, la città dove per questioni estetiche si pettinano anche i fili d’erba delle aiuole, possa rimanere tutto così, abbandonato, indecente.

Negozianti preoccupati. I primi a essere preoccupati, oltre che indignati, sono i negozianti. Lungo il portico non sono pochi: il negozio di casalinghi Kose e Kose (ora svende tutti gli articoli danneggiati dal rogo, poi avvierà i necessari lavori di risanamento), la boutique Clochard (importanti lavori già effettuati con chiusura per dieci giorni e spese elevatissime, pagate per fortuna dall’assicurazione del negozio, che poi si rivarrà; per ora, mancano solo le finestre nuove). Poi ci sono l’ottica Gries, la gelateria Avalon, i negozi di abbigliamento Petite Place e Marly’s, l’immobiliare Studio Bolzano, la profumeria Ferrari («ogni giorno dobbiamo pulire tutto, dopo un paio d’ore c’è di nuovo fuliggine ovunque», racconta la commessa), il bar Sylvi, il negozio di intimo Pigalle, il ristorante di sushi Shiro, lo store della 3 e il Fantasy. Tutti sanno, qualcuno racconta: Tosolini, proprietario dell’immobile, non si muove finché non si sarà capito chi paga; le assicurazioni non pagano finché non v’è certezza sulle cause del rogo; il Comune finora non si è degnato di intervenire nemmeno per riaprire il passaggio; il gestore del locale bruciato, avendo perso tutto nell’incendio, comprensibilmente sarebbe in difficoltà economiche. E così, nessuno fa nulla. La ditta - ne esistono pochissime specializzate in questo ambito - ha già presentato il preventivo.Occorrerebbero almeno quattro notti di lavoro, perché di giorno si dovrebbero chiudere i negozi e con le arie che tirano è meglio evitare. Per quanto riguarda lo sgombero del locale e la chiusura con assi di legno, muri di cartongesso o altro, occorrerebbero migliaia di euro.

La festa del 12 ottobre. Per chi ricorda la storia del centro commerciale naturale voluto dall’assessore Pasquali, rammentano i negozianti, il 12 ottobre dovrebbe tenersi la festa di inaugurazione del progetto di riqualificazione di corso Libertà. Certo, lasciare il portico in queste condizioni - per usare un eufemismo - non sarebbe un gran bel biglietto da visita. Soprattutto, però, c’è da risolvere la questione sicurezza.Compresa quella del marciapiede a inizio via Manci.

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