ROMA

Roma, Meloni copre con il Tricolore i manifesti dei secessionisti dell'Heimatbund

La destra tedesca ne ha affissi un migliaio. "Se necessario li copriremo tutti"



BOLZANO. L'Alto Adige entra nella polemica politica romana.

"Il Sudtirolo non è Italia": 1000 manifesti a Roma, il Tar del Lazio dà ragione ai separatisti dell'Heimatbund Secondo l'ordinanza la frase "non ha carattere ingiurioso né si appalesa in alcun modo lesivo della Costituzione italiana". Lang: "Inizieremo subito ad affiggerli per le strade della capitale"

Nella Capitale, infatti, sono stati affissi un migliaio di manifesti dei secessionisti dell'Heimatbudn con lo slogan, ormai abusato, “Sudtirolo non è Italia”. Pronta la risposta di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che ha coperto il “non” con un Tricolore per ribadire l'appartenenza allo Stivale della provincia di Bolzano. “Li copriremo tutti se necessario” la dichiarazione d'intenti dell'ex ministro pronta a dare battaglia alla provocazione della destra tedesca altoatesina.

"Questa azione, che sicuramente non passerà inosservata, risulta assolutamente necessaria", spiegava il portavoce dell‘Heimatbund, Roland Lang. "La rappresentanza politica altoatesina a Roma restituisce l’impressione agli Italiani che ci siamo rassegnati all‘appartenenza all’Italia e che vogliamo solo ottenere qualche privilegio. In realtà la maggioranza degli altoatesini ancora oggi non ne vuol sapere dell‘Italia".

Un'iniziativa che ha avuto anche uno strascico giuridico con il Tar del Lazio che ha dato ragione ai separatisti di Eva Klotz difesi dall'avvocato Ewald Rottensteiner di Bolzano. I manifesti, infatti, nelle intenzioni dovevano arrivare a Roma nell'agosto 2016. Per il tribunale amministrativo, infatti, il motto "non ha carattere ingiurioso nè si appalesa in alcun modo lesivo della Costituzione Italiana". (a.c.)













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