dolomiti

Runggaldier: «Dico no al ticket ma sì ai passi chiusi dalle 10 alle 16»

L'ex campione di sci: «Sono anch’io un motociclista convinto ma ci sono centauri che arrivano qui solo per correre»


di Massimiliano Bona


SELVA GARDENA. Ex campione di sci (nel 1995 ha vinto la coppa del mondo in Supergigante), organizzatore della Sella Ronda Hero (prova estrema per biker con 4 mila partecipanti sulle Dolomiti) ma anche motociclista convinto. Peter Runggaldier, 47 anni di Selva Gardena, è per la chiusura oraria dei passi dolomitici (sul modello Alpe di Siusi) ma non per il ticket, che a suo modo contribuirebbe ad attirare ancora più il traffico motorizzato. Facendo, non di rado, da guida ai turisti sui passi in alta quota in sella ad una mountain bike è il testimonial ideale della campagna promossa da Alto Adige e Trentino per cercare di regolamentare il traffico sulle strade delle Dolomiti, a cavallo tra tre province, e meta abituale di un turismo sempre più internazionale.

Peter Runggaldier, un campione in tutto, anche di buon senso. Cosa pensa dell'assalto delle moto?

"Lo trovo eccessivo. E lo dico da motociclista. Negli anni è aumentato il numero dei turisti che raggiunge le Dolomiti con tanto di carrello al seguito per poi divertirsi lungo le strade dei passi. Lo si può fare con intelligenza oppure esagerando, cosa che fanno purtroppo diversi centauri".

Andare in moto sulle Dolomiti è diventato un must, come si legge in decine di siti specializzati. Sono più italiani o stranieri?

"È un turismo internazionale e penso in particolare alle centinaia di germanici che arrivano con i carrelli al seguito scambiando le nostre strade per piste da gara. Anche per questo sono dell'idea che sia necessario fare qualcosa".

Mi perdoni, ma lei che moto ha?

"Una supermotard della Ktm che ho acquistato nel 2003. Mi piace fare giri panoramici sui passi ma sempre rispettando regole e limiti. I primi anni la usavo soprattutto per divertirmi mentre adesso mi muovo in moto soprattutto per le commissioni in valle".

Cosa pensa della proposta di introdurre il ticket?

"La scarto a priori. L'introduzione del ticket contribuirebbe - almeno questa è l'esperienza di molte altre località turistiche nel mondo - solo ad aumentare il traffico motorizzato. E la cosa non mi piacerebbe perché ritengo, in assoluto, che le Dolomiti vadano preservate".

Da centauro convinto qual è il passo o la zona più bella da fare in sella ad una moto sulle Dolomiti?

"Forse quella di Arabba, proprio perché c'è meno traffico. In realtà lo spettacolo è unico ovunque da queste parti con panorami mozzafiato e strade in buone condizioni anche se di montagna".

Lei va spesso in giro con piccoli gruppi di turisti in bici. Come raggiunge il punto di partenza delle escursioni? Con un pulmino e le bici al seguito?

"In realtà la maggior parte delle volte usiamo gli impianti aperti anche d'estate e sfruttiamo i parcheggi che già ci sono. Quindi niente pulmino. Si sale con l'impianto e magari si scende in bici. Oppure si sale e si scende in mtb".

Come valuta il potenziamento del numero di autobus in circolazione degli ultimi anni?

"Non benissimo. Le nostre strade, che sono strette, attirano centinaia di ciclisti e i bus contribuiscono a fare colonna e da tappo. Faticano a superare chi va in bici e il rischio incidenti è elevato".

Le è mai capitato di cadere e farsi male in bici sui passi?

"Si, qualche anno fa. In quel caso la colpa è stata di un camper che ha passato un ciclista in curva. La strada in quel punto era stretta. Io e mio cognato, che venivamo nella direzione opposta, siamo finiti a terra. Ma gli incidenti di questo tipo non sono poi così rari".

In quali orari fermerebbe il traffico sui passi?

"Durante la giornata. Bisogna dare a tutti la possibilità di raggiungere la meta desiderata, per poi riaprire al ritorno. Indicativamente direi dalle 10 alle 16".

Sarebbe sbagliato chiudere del tutto al traffico motorizzato?

"Si, lo riterrei un grave errore, anche perché i passi - e non dobbiamo dimenticarlo - collegano tre province e anche per questo hanno una grande importanza, anche per la gente che ci abita".

Il turismo legato all'offerta ciclistica funziona?

"Sempre di più. Organizzo da anni la Sella Ronda Hero e dobbiamo comunque sempre mettere un numero chiuso. Nel giugno 2017 sarà la settima edizione e ci fermiamo a quota 4 mila iscrizioni, ma le richieste sono comunque sempre di gran lunga superiori. I passi dolomitici sono un patrimonio di tutti. Ma il passaggio va regolamentato: senza esagerare ma usando solo un po' di buon senso".













Altre notizie

Attualità