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Salari, ferie, flessibilità: in Alto Adige le aziende si contendono il personale a colpi di benefit 

Aspiag ha promosso due giorni di Job Days in 5 punti vendita della provincia: si cerca dall’apprendista allo store manager. Le offerte: dalla settimana corta della Thun a flessibilità e palestra della Durst. Alla Dr. Schär 15 mensilità, alla Jack Wolfskin 6 settimane di ferie


antonella mattioli


BOLZANO.  Due giorni di job days all’Interspar di via Buozzi e all’Eurospar di via Museo a Bolzano; e poi negli altri punti vendita di Bressanone, Brunico e Merano, per cercare una lunga lista di figure professionali: apprendisti, addetti alle vendite, gastronomi e macellai, store manager e vice store manager, studenti per il lavoro domenicale. Per le zone di Brunico, Ortisei, La Villa e Santa Cristina si cercano addetti alle vendite per la stagione invernale. Anche aspiag come ormai ogni azienda, indipendentemente dal settore, in Alto Adige ha sempre più difficoltà a trovare personale. E così oggi è sfida tra imprenditori a chi offre posti più attrattivi dal punto di vista economico. Ma non solo, visto che flessibilità e tempo libero sono considerati valori aggiunti ormai irrinunciabili.

«In questi due giorni di job days - spiega Robert Hillebrand, direttore regionale del Gruppo Aspiag - non si sono presentati in molti, ma chi è venuto aveva il curriculum che serve alla nostra azienda e questo è positivo. Tra le altre cose, offriamo un contratto integrativo cui si aggiungono il premio aziendale, gli sconti sugli acquisti, la formazione continua, la possibilità di carriera, e - cosa non del tutto scontata - la sicurezza del posto di lavoro».

Da un colosso della grande distribuzione come Aspiag alla Durst di Bressanone, specializzata in sistemi e tecnologie innovative per la riproduzione e l’elaborazione digitale di immagini: nella parte del sito dedicato alle offerte di lavoro, al primo posto mette la flessibilità degli orari. seguono retribuzione interessante, welfare/bonus, contributo pasti, palestra/fitness per i dipendenti, bar/bistrò interni. nelle inserzioni di lavoro, la Dr. Schär con sedi a Postal e Laives, specializzata in alimenti senza glutine, offre quindici mensilità e premi di produzione.

Il negozio Jack Wolfskin, sotto i portici, ha esposto in vetrina un cartello in cui si cercano addetti alla vendita ai quali si offrono, oltre ad un lavoro attrattivo in un’azienda internazionale, sei settimane di vacanze all’anno, frutta fresca e bevande gratis. La ditta Thun, con sede a Bolzano sud, famosa in italia e all’estero per gli angioletti e non solo, punta su flessibilità e tempo libero. da giugno di quest’anno ha introdotto la “smart week”: ovvero la settimana corta. si lavora quattro giorni, ma a parità di stipendio.

Chi è sempre stato “avanti” per quanto riguarda welfare e conciliazione lavoro-famiglia-tempo libero, è Heiner Oberrauch, alla guida del gruppo Oberalp che conta 1.200 collaboratori: «Cerchiamo sempre tecnici, oltre che persone specializzate in IT, e-commerce, ma in linea di massima non abbiamo grosse difficoltà a trovare collaboratori. Chi ama la montagna viene da noi, perché concilia passione e lavoro. Da sempre puntiamo su flessibilità e responsabilità, per cui nella nostra azienda non si è mai timbrato il cartellino; questa è una regola che aveva già introdotto mio padre. Per cui capita - mansione permettendo ovviamente - che un collaboratore decida di prendersi qualche ora libera per andare a farsi un giro in montagna o in bici. Quello che conta è il risultato finale, per cui può capitare di vedere le luci accese fino a tardi alla “Salewa”. Inoltre paghiamo la palestra, l’asilo nido; alle mamme è riconosciuta la possibilità di stare in maternità per un anno. In questo periodo di costi energetici alle stelle, diamo anche un contributo ai nostri collaboratori. Oltre, ovviamente, allo stipendio e ai vari benefit, il lavoratore oggi guarda sempre più anche all’etica dell’azienda».

Che in concreto cosa significa? «In particolare c’è grande attenzione alle modalità di produzione e all’ambiente. Facciamo un esempio: quando abbiamo realizzato la sede della “Salewa”, abbiamo scelto un impianto di riscaldamento e di refrigerazione che non va mai al massimo, per cui nei picchi di freddo bisogna mettersi un maglione in più e in quelli di afa, sopportare un po’ il caldo. Non è tanto un problema di risparmio economico, quanto piuttosto di salvaguardia dell’ambiente. I nostri collaboratori hanno capito e apprezzano».

«Il rapporto nelle piccole aziende artigiane tra datore di lavoro e collaboratori - assicura Claudio Corrarati, presidente regionale di Cna - è da sempre basato sulla flessibilità. Con i sindacati ci siamo incontrati la scorsa settimana, per valutare assieme quali prestazioni aggiuntive mettere nel contratto di secondo livello. Lo stipendio, ovviamente, è importante, soprattutto di questi tempi, ma oggi ci sono anche altri elementi che entrano in gioco e contribuiscono a rendere più o meno attrattivo un lavoro».

 













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