Salorno, viticoltori in fuga dal Trentino

Incontro con l'assessore Berger per costituire una nuova cantina sociale


Massimiliano Bona


SALORNO. Gli oltre duecento viticoltori di Salorno che attualmente conferiscono l'uva a Lavis e Mezzocorona potrebbero presto decidere di lasciare il Trentino e costituire una nuova cantina sociale a Salorno. Il motivo? I ricavi attuali non sarebbero soddisfacenti. L'assessore altoatesino all'agricoltura, Hans Berger, è possibilista: «Per l'Alto Adige sarebbe importante, ma ogni valutazione è prematura».
L'incontro, già fissato per la prima settimana di marzo, avrebbe dovuto restare segreto, ma l'entusiasmo è tale che sono filtrate le prime indiscrezioni, confermate ieri - almeno in parte - dall'assessore Berger. «Da quanto ho potuto capire la situazione in questo periodo in Trentino non è poi così rosea e a Salorno c'è chi sta valutando seriamente l'opportunità di aprire una cantina sociale in piena regola. In passato c'erano già stati dei tentativi in tal senso, che però sono sistematicamente naufragati». Sulla qualità dell'uva Berger non ha dubbi. «È alta, non c'è dubbio, e Salorno è uno dei Comuni altoatesini con il maggior numero di ettari dedicati ai bianchi. Come Provincia, ovviamente, dobbiamo fare una valutazione attenta per capire se e come possiamo aiutare i contadini che attualmente si rivolgono a Lavis e Mezzocorona. Di più, almeno per ora, non posso e non voglio dire».
L'interesse c'è, ma bisogna capire se sarà possibile arrivare al dunque. Alla riunione della prossima settimana dovrebbero partecipare, oltre a Berger, il presidente della cantina sociale di Salorno Aussermüller, l'assessore Claudio Montel, Remo Kaswalder e l'Obmann della Volkspartei di Salorno, e presidente dell'A22, Walter Pardatscher. Dovrebbero essere presenti, pertanto, almeno due soci della cantina La Vis, che come noto non naviga in buone acque.
In paese sta prendendo corpo - non solo tra i viticoltori, ma anche tra i politici - l'idea di riprovarci con una cantina sociale che si identifichi chiaramente con il prodotto e il territorio. A Salorno non basta più avere solo la sede legale, perché c'è la consapevolezza di poter curare in loco anche l'amministrazione, ma soprattutto la trasformazione e commercializzazione del prodotto. Si sta ampliando la convinzione che le grandi cantine - comprese La Vis e Mezzacorona - non rappresentino un modello vincente (almeno non sempre), mentre le cantine di medie dimensioni, più legate al territorio, potrebbero garantire maggiore stabilità e sicurezza economica ai soci. Ma per partire con un progetto di questa portata la cantina di Salorno avrebbe bisogno dell'uva di tutti i viticoltori locali che negli ultimi anni hanno preferito appoggiarsi al Trentino. Alla fine è solo una questioine di "numeri" e il primo a saperlo è proprio Berger. A Salorno i viticoltori potenzialmente interessati sono 210: 50/60 sono soci della La Vis e 150 della cantina di Mezzocorona.

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