«Salvini a testa in giù», bufera su Huber 

Il segretario del Pd paragona il ministro a Mussolini. Poi chiede scusa e cancella il post. Bessone (Lega): ho avvisato Matteo



BOLZANO. Mussolini è finito a testa in giù. E Salvini «con il suo sproloquio fascista» dovrebbe «imparare dal maestro» che fine si fa. Parole durissime, che investono il suo autore, il segretario del Pd Alessandro Huber. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri Huber scrive un post indignato sulle continue violenze contro persone di colore in Italia, uccise, aggredite, insultate, colpite con proiettili di gomma. Un clima violento che a tanti ricorda l’Alabama degli anni Cinquanta. Ultimo episodio, l’aggressione a Moncalieri contro Daisy Osakue, la campionessa italiana di lancio del disco, con famiglia di origini nigeriane. Huber protesta con un post su facebook per il clima di razzismo. Come si legge a lato, il ministro degli Interni e leader leghista Salvini viene accusato di negare il ritorno del razzismo in Italia. Anzi, come accusano molti, questo clima sarebbe incoraggiato dallo stesso ministro, ma Huber finisce per paragonare Salvini a Mussolini, ricordandone la morte violenta.

Si scatena la bufera «social», con Huber che finisce a sua volta insultato sul web. Il commissario leghista Massimo Bessone fa uno screenshot delle esternazioni di Huber, le divulga e spedisce tutto allo staff di Salvini. «I collaboratori di Matteo sono indignati», riferisce Bessone, «non è affatto escluso che prendano provvedimenti legali contro Huber. Si è svelato per quello che è, mi dispiace. Quando è stato oggetto di una campagna violenta sul web l’ho difeso, adesso il violento è lui».

Un’ora più tardi Huber rimuove il post. Interpellato, si scusa: «Se ho sbagliato, ne prendo atto e mi scuso. Non intendevo assolutamente dire che auguro a Salvini di fare la medesima fine di Mussolini. Lunga vita al ministro».

Nel suo post, Huber scrive: «È ora di dirlo: ogni aggressione razzista è da lui (Salvini, ndr) legittimata con il suo sproloquio fascista e la sua incitazione all’odio. Se ne prenda la responsabilità, da mussoliniano doverebbe imparare dal maestro: si finisce a testa in giù poi però».

Nel pieno degli attacchi, nell’imbarazzo del Pd, Huber spiega così le sue parole: «Una battuta che è stata volutamente amplificata dalla Lega. È così evidentemente che intendono trattare gli oppositori: con la gogna mediatica». Paragonare Salvini a Mussolini, giustiziato e appeso a testa in giù a piazzale Loreto, non contribuisce ad avvelenare la discussione politica? «Ripeto, se ho fatto un passo falso, ne prendo atto, ma non mi pento della mia indignazione», replica Huber, «Il ministro degli Interni ha il dovere di proteggere i cittadini. Se le persone vengono aggredite, Salvini ha il dovere di intervenire. Invece il ministro alimenta il clima di odio». Bessone accusa: «Questa non è politica, è odio, una vergogna, sono offese molto gravi». Ma rimosso un post, Huber ne firma un altro: «Oggi per strada se trovo un bianco je meno. Fuori i razzisti dall'Italia. Raus».













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