IL CASO

San Maurizio, ripartenza lontana: riaprono solo 6 sale operatorie su 13 

I primari Anpo: «Manca il personale, è in servizio al Centro Covid aperto nel nuovo ospedale». Il carico su Bolzano con 61 ricoveri tra ospedale e cliniche. A Merano 4, Brunico 11, Bressanone 1, Vipiteno 1, Silandro e S. Candido 0


Valeria Frangipane


BOLZANO. Sta accadendo quel che si temeva. Tutti (quasi) i 105 pazienti infetti dell’Alto Adige - tra rianimazione e ricoveri - sono stati trasferiti al centro Covid nel nuovo ospedale (accanto al San Maurizio) col risultato che le sale operatorie non riescono a ripartire a pieno ritmo perchè manca personale.

Bolzano ha in carico tutti e 7 i pazienti di rianimazione covid oltre a 61 infetti (ma anche Bonvicini, Villa Melitta e Villa Sant’Anna fanno la loro parte). gli altri ospedali non hanno alcun paziente Covid in rianimazione.

Merano ha 4 infetti, Brunico 11, Bressanone 1, Vipiteno 1, Silandro e San Candido nessuno.

I primari: lontani dal ripartire. Reinhold Perkmann - presidente del sindacato primari Anpo e primario di Chirurgia toracica - fotografa la realtà. «Non sto qui a fare polemiche ma racconto i fatti e dico che Bolzano è lontana dalla ripartenza. Su 13 sale operatorie perfettamente funzionanti ne possiamo usare solo 6 e questo accade per tutte le specialità perchè mancano infermieri. Questione, ci è stato detto, che andrà avanti per settimane. Credo che la popolazione debba sapere». E perchè succede? «Sono tutti impegnati al Centro Covid e così noi non possiamo andare avanti. Il mio reparto ha 29 posti letto ma sono aperti solo 12 sempre perchè manca personale. La stessa cosa accade al mio collega di Neurochirurgia, il primario Andreas Schwarz. Anche lui lavora “dimezzato”».

In attesa, dunque, tutte le Chirurgie. «Qualcuno mi dovrebbe spiegare una questione... se politica e Asl hanno stabilito che il San Maurizio è centro di riferimento per tutto l’Alto Adige con reperti e servizi unici... perchè è l’ultimo a ripartire? E guardate che l’impegno di tutti i colleghi perchè l’ospedale riprenda a girare a pieno ritmo è massimo. Mi chiedo una cosa. Parlavano di dieci infermieri arrivati dal resto d’Italia» tutto personale esperto che opera prevalentemente in Pronto soccorso, sala risvegli e in Chirurgia «che non abbiamo mai visto. Ho sentito che sono stai impiegati nelle case di riposo e mi risulta che in due se ne siano già andati».

Medici al lavoro fino alle 22. E come commenta la Fase 2 Perkmann? Gli ospedali devono tornare all’attività di tutti i giorni ed i pazienti alle prese con due mesi e mezzo di visite, esami strumentali ecc. cancellati sine die devono poter tornare ad accedere alle prestazioni.

Lo sa molto bene il direttore dell’Asl - Florian Zerzer - che ha appena annunciato ai sindacati la volontà dell’Azienda di tagliare le liste d’attesa con provvedimenti che vedono i medici in corsia i giorni feriali fino alle 22 ed il sabato fino alle 17. Sospese - questa l’ipotesi - tutte le visite private in libera professione.

Il presidente dei primari dice che «le proposte possono essere discusse ma serve un accordo sindacale tra le parti, serve capire quali saranno gli incentivi economici e quali i dettagli del piano visto che non posso pensare che un medico o un infermiere lavorino ininterrottamente dalle 8 alle 22. Ricordate poi che i medici per contratto lavorano 5 giorni su 7. Tutte, ripeto, questioni da affrontare».

Infermieri: serve un accordo. Massimo Ribetto, segretario infermieri Nursing Up, dice che se si vogliono smaltire le visite ambulatoriali facendo lavorare i medici fini alle 22 potranno esserci inevitabili ripercussioni anche sul lavoro e l’orario degli infermieri e di altre professioni sanitarie: «Un eventuale cambiamento nell’orario di lavoro dei dipendenti andrà discusso con i sindacati e vogliamo essere informati al più presto sul piano che si apprestano a definire».

Premio da 500 e 1.000 euro. In queste ore si sta levando alta la protesta di molti medici ed infermieri dei 7 ospedali che hanno messo nel mirino un premio. «Per il personale di Terapia intensiva della nuova clinica appena attivata - spiegano - in pochi giorni è stato stabilito un premio lordo di 500 e 1.000 euro mentre per le altre decine di medici ed infermieri che in marzo ed aprile hanno gestito l’emergenza rischiando la propria pelle, fino ad ora solo promesse e nessun fatto concreto. Ancora una volta una mancanza di sensibilità nei confronti di chi ha lavorato duramente nei due mesi passati».













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