Sanità, la Consulta salva 151 posti letto

Stocker: «Confermata la nostra piena discrezionalità». Premiata la scelta di assumersi - per intero - le spese del settore


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Con la sentenza di ieri la Consulta blinda, di fatto, la sanità altoatesina. Viene ribadita, in particolare, la discrezionalità della Provincia di Bolzano (ma anche di Trento e della valle d’Aosta) sotto il profilo organizzativo. Le autonomie speciali - questo è in sintesi il ragionamento della Consulta - devono contribuire ai tagli, ma continueranno ad avere “mani libere” su come e dove farli. La prima a brindare, ieri, è stata l’assessora alla sanità Martha Stocker, che spiega cosa comporterà - in concreto - lo storico pronunciamento.

«Secondo la spending review del 2013 avremmo dovuto tagliare 216 posti letto e fino ad oggi siamo arrivati a 65. Se non fosse arrivata questa sentenza della Consulta, che ribadisce con forza la nostra piena autonomia, avremmo dovuto tagliarne a breve altri 151. Visto che l’impugnazione era stata promossa dalla Provincia, su richiesta dell’Asl, per noi si tratta di una grande vittoria. Lo Stato, visto che finanziamo in toto questo settore con nostre risorse, non avrà più la possibilità di dirci dove e come fare i tagli».

La delibera impugnata. Andando indietro di due anni si scopre che secondo la delibera impugnata avrebbero dovuto essere tagliati 30 posti letto nel Comprensorio di Bolzano, 67 posti letto a Merano, 74 a Bressanone e 45 a Brunico. Per la sanità altoatesina, e per la qualità dei servizi resi ai pazienti, sarebbe stato un duro colpo. A Bolzano, per il triennio 2012-2014, era stato ordinato un risparmio dei costi di 50 milioni di euro. L’Alto Adige ha fatto per intero la sua parte, ma tagliando solo in parte sui posti letto.

La sentenza. La Consulta osserva tra l'altro che «lo Stato non ha titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria interamente sostenuta da tali enti». La Consulta rammenta, poi, che una specifica norma di attuazione «vincola le Province a garantire l'erogazione di prestazioni di assistenza igienico-sanitaria ed ospedaliera non inferiori agli standard minimi previsti dalle normative nazionale e comunitaria» e che «le stesse Province finanziano integralmente il Servizio sanitario nazionale nei rispettivi territori».

Coordinamento finanziario. Lo Stato - osserva il senatore Karl Zeller - alla luce della sentenza «non ha titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria delle Province. La sentenza premia la scelta politica adottata dal Trentino Alto Adige e dalla Valle d'Aosta di assumersi per intero tutte le spese del Servizio sanitario nazionale, diversamente da quanto avviene in Sicilia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità