Trasporti

Sasa, 20 euro al giorno se in ferie si va in autunno

L’azienda riconoscerà l’importo sotto forma di buono carburante. Perkmann (Filt-Cgil): «Stipendi troppo bassi: le carenze di personale sono sempre più pesanti»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Venti euro al giorno ai dipendenti che accettino di spostare in autunno le ferie. L’offerta di Sasa, di pochi giorni fa, è l’ennesima conferma delle gravi carenze di personale all’interno della società di trasporto pubblico che si acuiscono nel periodo estivo, quando diventa ogni giorno più difficile coprire i turni, per garantire i servizi». Chi parla è Anita Perkmann, segretaria altoatesina della categoria trasporti della Cgil, che assieme ai colleghi di Cisl, Asgb, Faiba Cisal e Orsa, ha firmato il contratto ponte, in vigore dal primo luglio al 31 dicembre.

L’azienda - si legge nell’ordine di servizio di pochi giorni fa - per fronteggiare la carenza di personale viaggiante chiede la disponibilità a rinunciare/spostare le ferie. «Verranno poi restituite dal primo ottobre sulla base della richiesta del lavoratore. Inoltre, chi lo desideri, avrà priorità nella richiesta di ferie nel periodo natalizio. Per ogni giornata di ferie a cui si rinuncia, l’azienda riconoscerà al dipendente un importo pari a 20 euro sotto forma di buono carburante. Tale somma verrà corrisposta con la mensilità di settembre e calcolata sulla base dei giorni di rinuncia/spostamento nel periodo 19 giugno – 3 settembre».

Buoni pasto e diaria

Di questi giorni la sigla dell’accordo ponte, che riguarda circa 500 persone, di cui 380 sono autisti, firmato dai sindacati; ad eccezione della Uil.

Ecco cosa prevede esattamente: il buono pasto passa da 3,50 a 6 euro, mantenendo le modalità di prima (cumulabile e spendibile quando si vuole). A beneficiarne saranno tutti i dipendenti.

Al posto dell’indennità di vendita dei biglietti che viene sospesa, l’accordo prevede che venga introdotta una diaria di 5 euro sulle linee extraurbane e 3 euro sulle linee che escono dal comune di residenza. A beneficiarne saranno gli autisti.

«Sono piccoli ritocchi quantificabili in 50-60 euro al mese per quanto riguarda i buoni pasto; circa 75 euro per la nuova diaria. Intanto lavoriamo per arrivare ad un accordo di tipo territoriale, per cercare di rendere più attrattivo il posto di autista».

La fuga degli autisti

Gli stipendi vanno aumentati se si vuole evitare la fuga dei locali ma soprattutto di chi, in questi anni, è arrivato da fuori, in particolare dal sud. Vengono attratti dall’idea di avere un posto a tempo indeterminato in un’azienda pubblica, ma nel giro di poco tempo scappano. Tornano da dove sono venuti, ovvero in Puglia, in Calabria, in Sicilia. Perché con 1.350 euro al mese, che diventano 1.500 con gli straordinari, a Bolzano la città con la più alta inflazione a livello nazionale (+9,1% rispetto ad un anno fa) non ce la fanno a pagarsi l’affitto, vivere e mandare qualcosa alla famiglia rimasta giù. La situazione già critica normalmente, adesso rischia di diventare ingestibile con le ferie. Di qui l’offerta di 20 euro al giorno a chi accetta di rinviarle in autunno. Sarebbe più facile e più efficace ritoccare gli stipendi, invece che lanciare simili iniziative. Ma Sasa non ci sente».

Le conseguenze della cronica carenza di personale che riguardano ormai non solo l’azienda di trasporto pubblico, ma tutti i settori, è che in particolare per gli autisti diventa difficile se non impossibile prendere non solo le ferie, ma anche semplicemente permesso. «È capitato che un lavoratore - spiega Perkmann - avesse assolutamente bisogno di qualche giorno libero e si sia rispondere di no. Allora si è messo in malattia. L’Azienda lo ha fatto seguire da un detective che ha scoperto che non era malato. Risultato: cinque giorni di sospensione. È evidente che il dipendente ha sbagliato, ma aveva urgente bisogno di qualche giorno. Alla fine era meglio concederglieli, perché si sarebbe evitato di “perderlo” per un periodo più lungo».













Altre notizie

Attualità