Il disagio

Sasa, la protesta degli autisti «Tanto stress e paghe basse» 

La società fa sempre più fatica a trovare nuovo personale e chi c’è, appena ha un’alternativa, se ne va. «Turni massacranti, clima in azienda pesante, stipendi inadeguati per vivere in una città cara come Bolzano»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Questo lavoro l’ho scelto perché mi piace, ma lo stipendio è troppo basso in generale e ancora di più se rapportato al costo della vita, a Bolzano.

L’impegno richiesto è notevole: turni sempre più pesanti; tempi strettissimi al punto da diventare praticamente impossibile anche scendere per andare in bagno; stress per cercare di rispettare gli orari.

Siamo sotto organico e ottenere una giornata di ferie diventa un’impresa. Per questo può capitare che anche l’unico giorno di riposo settimanale venga spostato».

Chi parla è un giovane autista della Sasa; accanto a lui altri cinque colleghi. Ci tengono a dire la loro; a spiegare agli utenti perché la società fa sempre più fatica a trovare autisti ed è costretta a chiedere a chi è andato in pensione di rientrare in servizio per tre giorni alla settimana, con la possibilità di scegliere il tipo di turni; oltre che offrire 20 euro al giorno erogati sotto forma di buoni carburante a chi accetta di spostare le ferie in autunno.

Anche così però non si riescono a coprire i vuoti d’organico e Sasa è costretta a cancellare corse, con disagi per gli utenti.

«Di nuovi non ne arrivano o se arrivano se ne vanno dopo poco, perché non ce la fanno a vivere a Bolzano. Più grave ancora è che se ne va anche chi è in Sasa ormai da anni. Meglio fare il giardiniere per il Comune o guidare i camion della Seab: meno rischi, meno stress.

Io stesso e un mio collega ci siamo ripromessi di mollare entro l’anno, se non ci aumenteranno le retribuzioni. Il contratto ponte appena firmato dai sindacati, porterà nelle tasche degli autisti 60 euro in più al mese, una miseria».

Ma quanto guadagna un autista? Ci mostrano le buste paga: sulle linee urbane 1.280 euro al mese per un autista con tre anni di servizio. Stipendio che sale a 1.638 euro per il collega - stessa anzianità - che fa il servizio extraurbano.

«A questa cifra però ci arrivo - precisa l’interessato - perché lo stipendio di aprile, comprende le seguenti voci: oltre ai 104 euro per l’attestato di bilinguismo, 138 per gli straordinari, 156 per due festività. Come si vede siamo ben lontani dalle cifre fornite dalla direttrice: tra i 1.700 e i 1.800 euro netti al mese per il servizio urbano; 2.500 nel servizio extraurbano».

Qualcuno, ammette, fa qualche lavoretto extra per cercare di arrotondare paghe troppo magre per sopravvivere a Bolzano, dove già l’affitto dell’alloggio, si mangia una parte importante.

«Ma è dura perché quando arrivi a casa, sei ko. Perché hai la responsabilità di guidare un mezzo sul qualche viaggiano decine di persone. Il traffico in città è sempre più caotico: c’è da fare lo slalom tra i cantieri; e sulle corsie riservate ti ritrovi macchine, moto, bici, monopattini.

Devi avere mille occhi per ciò che succede in strada e all’interno dell’autobus. Arrivi in ritardo alla fermata e ti senti le proteste degli utenti che ovviamente non sanno in che condizioni siamo costretti a lavorare ».

Tra le iniziative che Sasa pensa di rimettere in campo, dopo lo stop causato dalla pandemia, c’è la scuola guida gratuita per la patente D e E. Un’offerta pensata per attrarre soprattutto i giovani, ma che - secondo i lavoratori - non sortirà grandi risultati.

«In Alto Adige non mancano le persone con patente D e E. Ci sono già. La verità è che se si vuole che vengano a lavorare in Sasa, bisogna pagarle in maniera adeguata».

Intanto, il 12 luglio, i lavoratori si preparano a scendere in piazza di nuovo. La richiesta di fondo è sempre la stessa: un contratto territoriale che tenga conto dell’impegno richiesto a chi si mette alla guida di un autobus e del costo della vita in Alto Adige.

«Per quella data - spiega uno di loro - io non ci sarò più, mi mandano via perché non ho l’attestato di bilinguismo. Mi troverò un altro lavoro: peccato perché questo mi piace».













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