Scavo in viale Trento per salvare l’Isarco

Proteste dei residenti che temevano per l’ecosistema del fiume. La Provincia: «Ripianteremo anche gli alberi»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Prima c'è stato l'allarme: «Stanno cancellando tutto l'ecosistema del fiume». Le telefonate arrivavano dalle case di fronte a viale Trento: «Sono stata svegliata dalle ruspe, sotto di me sembra una zona di guerra ». Dopo le prime ore di movimento terra è apparsa una strada. Non un tratturo. Una tangenziale fatta di terra e sassi, da sotto ponte Loreto verso sud, a rincorrere il traguardo posto nei pressi di ponte Palermo. Poi, c'è stata la spiegazione : «Stiamo mettendo in sicurezza le sponde e il letto dell'Isarco», ha detto Peter Egger. Lui è la prima linea dei Bacini montani. Il capo della ripartizione che ha già trasformato le sponde del Talvera, poco più a nord della confluenza. Hanno scavato trincee, trasportato massi ciclopici, fatto compiere al letto del torrente un percorso di guerra: tutto per filtrare, frenare e ricomporre in sicurezza le possibili piene. Adesso la trincea si sta spostando a sud. E la strada ? "«Serve a far lavorare i mezzi. Dobbiamo poter muovere le macchine, offrire spazio di manovra alle squadre dei tecnici», aggiunge Egger. Ma l'ecosistema? Quei boschi fluviali così selvaggi, le radure dove scendevano anche i cerbiatti dalla montagna in cerca di cibo? "«Nessun timore, tempo qualche anno torneranno gli alberi». Perché questa è la notizia: dopo la sistemazione delle sponde ci sarà la loro riqualificazione. Non di facciata. In profondità. Verranno ripiantati gli arbusti delle sponde, ricreato l'ambiente in cui potrà riprodursi l' avifauna e anche quei luoghi protetti e nascosti dove trovano rifugio gli animali di boschi che ogni tanto provano a scendere in città. E si mettono anche a nuotare per raggiungere le isole nella corrente. Ma prima? «Ci sarà la strada, verranno spianate le rive fino al ponte Palermo e si lavorerà alla sicurezza». Lo schema è quello sperimentato più a monte dove il torrente Talvera ha spesso provocato problemi , nei mesi delle piogge. E dunque sotto ponte Loreto inizieranno ad essere trasportati i grossi massi di difesa, saranno rafforzate le sponde e integrati gli argini. Gli abitanti dei dintorni, abituati a godersi dall'alto la parte sorprendentemente selvaggia di Bolzano, angoli di natura apparentemente incontaminati, con le acque capaci di produrre all'improvviso tra una notte e l'altra piccoli golfi e spiagge caraibiche, gli abitanti, insomma, dovranno mettersela via , come si dice: per mesi quel tratto di Isarco sarà un cantiere. Ma già dall'anno prossimo il cantiere si trasformerà. Gli addetti alle ruspe saranno sostituiti dalla giardineria. Torneranno gli alberi. Non subito ma nel tempo il landscape fluviale potrà essere ripristinato. La parte più complessa sarà il livello di naturalezza che questo secondo intervento sulle sponde sarà in grado di ripristinare. Perché l'ambiente che si era formato li negli anni era il prodotto di un lungo e articolato movimento delle acque sulle terre delle sponde. Che avevano trovato una grande facilità di penetrazione proprio per via della friabilità del terreno e della presenza di arbusti adatti a quel particolare ecosistema. Non sarà semplice riprodurlo. Perché la sicurezza richiederà l'immissione di elementi molto più resistenti al lavoro delle acque del fiume come i massi ciclopici o le opere fisse. «La nostra prima esigenza e la sicurezza di cose e persone - spiega Peter Egger - ma poi c'è l'esigenza naturalistica . È questa non sarà messa in secondo piano». A preoccupare i residenti sono i tempi lunghi.

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