Schiaffo a Bolzano, insorgono le imprese 

La Rete Economia: il riferimento alla specificità del capoluogo va rimesso. Il Pd attacca la Svp: «Non voteremo la legge»



BOLZANO. L'aver strappato, ad opera dell'asse Svp-destre tedesche, l'articolo su "Bolzano capoluogo" dall'impianto della nuova legge urbanistica, sta provocando, a cascata, la messa in discussione di un intero tavolo di collaborazione interetnica. Non solo politico: perchè è durissima la reazione dell'intero Pd. Ma anche economico: e infatti la rete che raduna Cna, Confesercenti, Confccop, Coop Dolomiti, Legacoop, in sostanza tutto il mondo imprenditoriale e cooperativo bolzanino di lingua italiana giudica «lo stralcio delle norme sulla peculiarità del capoluogo un rischio per l'intero settore economico e minaccia le possibilità di sviluppo della città». Per Claudio Corrarati, che coordina Rete Economia «un distinguo a favore del capoluogo consentirebbe di adottare scelte importanti, utilizzando parametri adeguati che non possono essere gli stessi validi ovunque». E chiede alla Provincia di retrocedere. Ma è la politica ad aver subito il contraccolpo più evidente. «Affondare un sistema di pianificazione che distingue tra il paesino e una città di 100mila abitanti, con 80mila pendolari, ospedale, università, Provincia e tutto il resto solo per regolare i conti interni alla Svp , mi fa trovare un solo vocabolo per definire tutto questo: cialtroni». È durissimo Carlo Bassetti dopo la bocciatura in consiglio dell'articolo, molto simbolico, su "Bolzano capoluogo". E questa durezza assume un valore politico particolare perchè proprio l'architetto, con Tommasini, aveva messo a punto questi passaggi della legge urbanistica provinciale concordandoli con i funzionari e lo stesso assessore Theiner. «Alla Svp e alle destre faceva evidentemente male allo stomaco trovarsi scritto Bozen "Hauptstadt" invece che semplicemente "walsche Gemeinde" confuso tra tutti gli altri Comuni sudtirolesi» insiste Bassetti. Che parla di schiaffo ne più ne meno di quanto lo definisce Alessandro Urzì, da destra, aggiungendo che «Bolzano è stata beffata e il Pd sfiduciato" e poi promettendo battaglia in consiglio. Benussi e Lillo, a loro volta, parlano l'uno di "Svp che considera sempre gli italiani come importati» e l'altro «di cittadini senza peso». Ma anche Christian Tommasini, di solito molto prudente nella gestione dell'alleanza strategica in giunta, non si tiene: «Su questo voglio dare battaglia. E fino in fondo. Questo chiarimento del ruolo di Bolzano lo ritengo il cuore dello sviluppo autonomistico: gli italiani che accolgono il territorio e il territorio che riconosce la specificità della città. La Svp? Non ci faccia pagare le sue divisioni...». E se il sindaco parla di "maleducazione" a proposito dello sgarbo in commissione legislativa, anche per tenere comunque insieme le varie anime della Svp comunale, nel Pd l'aria si è fatta improvvisamente pesante. E Bassetti, "delegato" all'urbanistica del partito e coautore delle trattative che hanno preceduto la stesura della norma non si ferma più.

E adesso, Bassetti?

Ora sarà durissima ricucire un dialogo. Anche perchè siamo stanchi di essere il pupazzetto che serve a scaricare le tensioni interne alla Svp o esterne rispetto ai secessionisti.

Ma questo articolo non era solo simbolico?

Andiamoci piano. Era fondativo. Nel senso che da questa premessa generale sarebbero discesi i regolamenti. Per questo parlo di cialtroneria. I consiglieri e la Svp hanno dimostrato una palese ignoranza tecnica.

Vale a dire?

Se io tengo Bolzano sullo stesso piano del piccolo paesino di valle per quale ragione dovrei poi far discendere tutta una serie di inevitabili specificità che Bolzano ha?

E che sono?

Vado a occhio: la Zona industriale che non ha eguali e che va regolamentata non come quella di Brunico, le distanze edificabili, l'urbanità, la densità abitativa, i livelli dell'aria, il pendolarismo, le priorità rispetto al territorio circostante.

Tutte cose che sarebbero discese da quella premessa...

Appunto. Ma mi spiego meglio. Come fa una legge finalmente generale, moderna, che nasce adesso, non negli anni delle bombe a non ammettere una questione solare: che un Comune che ha l'ospedale regionale, l'università, tutti i grandi teatri, una viabilità da galera, 80 mila pendolari che ci lavorano, tutti, dico tutti gli uffici provinciali nel suo territorio non può essere normato come Falzes. Basandosi sugli stessi presupposti legislativi. Per cui ho un sospetto, anzi due.

Dica architetto.

Che da un lato a Nogler e a tutti gli altri proprio non vada giù mostrare una sorta di rispetto anche normativo per un capoluogo che non ce la fanno proprio a considerare come tale. E poi che ogni volta che c'è qualcosa di simbolico e dunque di visibile, di sensibile, nessuno nella Svp si faccia remore di stracciarlo per dimostrare qualcosa a qualcuno, fuori o dentro il partito.

Ma resta anche la questione politica. Inteso come rapporti di alleanza Pd-Svp, no?

E certo. Mi chiedo cosa conti concordare i passaggi, discutere di parole, di virgole con i delegati Svp e poi trovarsi con gli stessi consiglieri Svp che si fanno beffe di tutto questo difficile percorso fatto insieme? Si butta nella bassa lega dello scontro domestico, del regolamento di conti di condominio una legge che dovrebbe essere invece una specie di carta costituzionale del nostro territorio, una magna charta condivisa. Insomma il capoluogo è stato impallinato ma si voleva colpire Bolzano e la sua anomalia: urbana, etnica, culturale. Questo non mi va giù». (p.ca)













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