Schianto a ponte Resia È battaglia tra periti

L’avvocato Valenti, difensore dell’autista del camion, ha commissionato una perizia cinematica. Vuole provare che la vittima accelerò negli ultimi metri


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Si profila una battaglia di periti nel procedimento penale avviato dal sostituto procuratore Giancarlo Bramante in relazione all’incidente mortale del 21 settembre scorso a ponte Resia. Come noto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo in concorso dell’autista moldavo della betoniera contro la quale andò a schiantarsi la moto condotta dalla vittima, Mirsian Nergjoni di 22 anni. Sul banco degli imputati c’è Gheorghe Tofanel, di 45 anni, che per il momento ha ottenuto la restituzione in via provvisoria della patente di guida dopo alcuni mesi di ritiro con conseguente impossibilità di poter lavorare. L’autista straniero sta affrontando il procedimento con l’assistenza legale dell’avvocato Alberto Valenti deciso a dare battaglia. Nonostante le immagini dell’incidente fornite da una telecamera di sicurezza, per una precisa ricostruzione del sinistro è molto probabile che il giudice (o in sede penale o in sede civile) disponga una perizia in grado di fornire certezze sulla dinamica. Che vi sia una certa responsabilità dell’imputato sembrerebbe un fatto ormai accertato posto che l’autista della betoniera è anche stato multato dalla polizia municipale per violazione del codice della strada a seguito di invasione della corsia di marcia opposta. Secondo una prima valutazione la velocità della moto sarebbe stata di poco superiore ai 60 chilometri orari (a fronte di un limite dei 40). Ma anche su questo punto l’avvocato difensore Alberto Valenti vuole vederci chiaro e ha affidato una consulenza cinematica all’ingegner Nicola Dinon sulla base di quanto sostiene l’autista del camion e cioè che la moto avrebbe avuto un’andatura imprevedibile. In effetti nonostante la piena visibilità del tratto di strada (circa 150 metri) tra il punto di partenza della moto (il semaforo di via Resia) ed il punto di collisione con il camion (l’imbocco di ponte Resia), l’autista della betoniera avrebbe avuto la sensazione di poter effettuare in tempo la svolta a sinistra pur avendo notato l’arrivo della moto. In realtà il motociclista avrebbe accelerato notevolmente proprio negli ultimi metri per tentare di anticipare la manovra della betoniera. E’ su questa presunta accelerazione che la difesa punterà tutte le sue carte perchè sarebbe stata proprio l’andatura imprevedibile della moto a rendere inevitabile lo schianto, ad alta velocità, contro il muso del camion. Secondo la ricostruzione degli inquirenti (non ancora suffragata a livello peritale) solo negli ultimi istanti Mirsian Nergjoni avrebbe tentato una disperata frenata provocando il ribaltamento della moto in avanti. Il conducente andò comunque a schiantarsi contro la parte inferiore del muso della betoniera , mentre la ragazza che sedeva sul sellino posteriore (la fidanzata Annalena Desaler di 22 anni) fu catapultata in alto andando a sbattere contro la parte più flessibile della carrozzeria del camion e cioè la maschera di copertura del radiatore. Sarebbe stata questa dinamica fortuita a permettere alla ragazza (che ha comunque perso un rene e la milza) di salvarsi. Sul fronte risarcitorio, intanto, sono al lavoro anche le assicurazioni. La «Unica» (con cui era assicurato il motociclista), ha fatto una prima offerta reale a titolo di provvisionale alla ragazza (assistita dall’avvocato Alessandro Osler) che però non ha accettato di entrare in una logica di trattativa. Le conseguenze dell’incidente sono state troppo gravi e dovranno essere risarcite sino all’ultimo centesimo.

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