Sciagura della ferrovia «Stoppato» il consorzio

La Provincia diffida: l’impianto di irrigazione è ancora senza piano di sicurezza Per il momento non può più essere utilizzato. A rischio la concessione idrica


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il consorzio di bonifica della val Venosta, proprietario dell’impianto di irrigazione causa indiretta della sciagura del treno, è stato diffidato dalla Provincia autonoma di Bolzano. L’inchiesta della Procura della Repubblica, che ha portato alla richiesta di sei rinvii a giudizio, ha evidenziato un fatto grave: per l’impianto in questione il consorzio ha sempre operato in totale assenza del piano di sicurezza. Ora che l’indagine della Procura si è conclusa ed ha evidenziato una correlazione diretta tra lo smottamento che provocò la sciagura e la rottura dell’impianto di irrigazione, la Provincia ha messo le mani avanti.

Questa situazione - ha comunicato l’ufficio motorizzazione - non verrà più tollerata. Di conseguenza al consorzio di bonifica è stato comunicato che l’impianto, in assenza del piano di sicurezza, non potrà più essere utilizzato. Il divieto è già in atto; dunque nel prossimo mese di marzo quando solitamente vengono programmati i primi interventi di irrigazione, l’impianto dovrà restare bloccato. Non solo. Se il consorzio non sanerà la situazione sotto il profilo della sicurezza la Provincia potrebbe intervenire per revocare la concessione per la derivazione dell’acqua. Come si ricorderà, nel corso dell’inchiesta fu Manfred Lechner, addetto alla sicurezza del consorzio, a rivelare al magistrato che il consorzio si sarebbe trovato ad operare per diversi anni in palese violazione delle disposizioni di legge in materia di sicurezza.

Successivamente l’inchiesta evidenziò che il piano sicurezza non fu mai messo a punto ed applicato. Un particolare non da poco se si pensa che la sciagura del treno (9 morti e 28 feriti) fu provocata da uno smottamento di vaste proporzioni legato alla rottura di una valvola dell’impianto di irrigazione del consorzio di bonifica con conseguente fuoriuscita di un ingente quantitativo d’acqua.

In effetti a conclusione dell’inchiesta, il sostituto procuratore Axel Bisignano ha chiesto il rinvio a giudizio per responsabilità colpose nella sciagura di cinque di cinque esponenti del consorzio di bonifica. Si tratta di Lothar Burger (presidente), Gottfried Niedermair (direttore), lo stesso Manfred Lechner (per il quale il procuratore Rispoli ha annunciato richiesta di archiviazione), Walter Pirhofer (operaio acquaiolo) e Armin Trafojer (presidente del comitato di lavoro dell’impianto di irrigazione in questione). Ricordiamo che tutti gli inquisiti debbono rispondere di presunte responsabilità colpose per quanto accaduto; dunque sono accusati di disastro colposo e di omicidio colposo plurimo in concorso. Ricordiamo che sono anche in gioco enormi risarcimenti di carattere economico che il consorzio sarà costretto ad affrontare.

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