Scioperi e guasti tecnici: sono «saltati» 295 treni 

I consumatori del Ctcu: il 2017 è stato l’anno nero, con un aumento del 39% Andreaus: «Ha pesato moltissimo la vertenza fra la Sad e i dipendenti»



BOLZANO. Il trasporto pubblico locale in Alto Adige - quando funziona - i suoi soldi li vale, tant’è che sempre più persone lo utilizzano. Ma i continui scioperi e le continue soppressioni di treni vengono percepiti assai negativamente, sia dai pendolari che dai clienti occasionali di treni e bus. Anche a causa del conflitto tariffario in Trenitalia, e a causa dei contrasti sulle condizioni di lavoro in Sad, nello scorso anno si sono registrate 295 soppressioni parziali o intere di convogli. A ciò sono da aggiungere le soppressioni dovute a cause di forza maggiore, a guasti nelle infrastrutture, a guasti al materiale rotabile e quelle dovute alla mancanza di personale. Analoga la situazione per quanto riguarda i bus, soprattutto a discapito dei pendolari, che in modo crescente risentono delle corse mancanti. Una richiesta del Ctcu all’assessorato alla mobilità ha portato alla luce un quadro poco incoraggiante del trasporto ferroviario locale. Se si considerano le soppressioni dei treni (escludendo la linea Merano-Malles), il 2017 ha portato con sé un aumento del 39% rispetto al 2016. Le soppressioni dovute a scioperi sono aumentate addirittura del 57%, e sono, per la maggior parte, da ricondurre a Sad. Il Ctcu sempre più spesso si trova confrontato con richieste di pendolari che chiedono di dar voce al loro disappunto riguardo tale inaccettabile situazione. “I lavoratori, le aziende, gli scolari e le scuole sono stufi di essere alla mercè di operatori che fanno pagare ad altri la loro incapacità di risolvere i problemi” così commenta il direttore del Ctcu, Walther Andreaus. “A ciò si aggiunge il fatto che l’attuale gestione delle informazioni non sempre aiuta a ridurre i problemi”. Il Ctcu chiede pertanto ai diretti responsabili – tutela dei consumatori, trasporto pubblico locale, Autorità dei Trasporti Art – di intervenire ed attivarsi per una più efficiente gestione dei conflitti, che finiscono per penalizzare solo gli utenti del servizio. In particolare andrebbe più attentamente valutato il rischio che, per motivi tecnici-operativi oppure economici o legali, le prestazioni subiscano ritardi oppure siano lacunose oppure ancora siano prestate con livelli di qualità bassi o non vengano prestate affatto. I disservizi e i conseguenti disagi in capo agli utenti vanno evitati con una efficace prevenzione, e il loro verificarsi dovrebbe venir punito più severamente. “Soltanto adeguate sanzioni economiche possono condurre a veri miglioramenti nell’ambito di cui si discute. E non è necessario chiamare in causa soggetti terzi, magari costosi, per il controllo della qualità. E’ sufficiente applicare finalmente le nuove linee guida per la qualità del servizio deliberate dalla giunta provinciale a dicembre scorso, sia per quanto riguarda il trasporto ferroviario che quello con gli autobus”, commenta Agostino Accarrino, presidente del Ctcu.(da.pa)













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