Scorta di cibo per 8300 poveri

Raccolte 70 tonnellate di alimenti a lunga conservazione Verranno distribuite ai bisognosi da 43 associazioni locali


di Davide Pasquali


BOLZANO. Cinquecento volontari impiegati sul campo, in 75 supermercati altoatesini, per raccogliere qualcosa come 70 tonnellate di cibi a lunga scadenza, che il Banco Alimentare destinerà nei prossimi mesi a chi ne avrà bisogno, distribuendoli grazie al supporto di 43 associazioni operanti in provincia. Una macchina logistica impressionante, messa in campo ieri nella Colletta alimentare per salvare dalla fame, perché di questo stiamo parlando, una media di circa 8300 persone all’anno. Persone povere. E non si tratta certo (solo) di profughi. Ci sono anche tanti altoatesini, che per un motivo o l’altro versano in grande difficoltà.

Ci sono gli epici Alpini di Gries all’Interspar. Otto al mattino, altrettanti al pomeriggio. Non rinunciano al carburante - vino rosso, pane e salame - ma lavorano come i mussi. E che ci sia dietro l’animo buono si accorgono anche i bimbi. Sono loro a voler consegnare alle penne nere le borse della spesa strapiene. Ne arrivano anche di pienotte, di mezze vuote, c’è chi arriva con qualcosina in mano. Ognuno fa quel che può. E si capisce che certi magari nemmeno potrebbero ma lo fanno lo stesso. Ci sono i Cacciatori di briciole, sparsi in cinque supermercati. C’è l’Unitalsi all’aperto, sotto la pioggia, con le solerti signore indaffarate al riparo di un tendone di fortuna, sorridenti perché il piccolo Despar di corso Libertà, zona forse più ricca di altre, dà sempre grandi soddisfazioni. «Ogni anno, una tonnellata». Perché sì, c’è anche questo fatto della sana competizione fra gruppi e associazioni: c’è chi vuole raccogliere più degli altri. Una sorta di concorso ufficioso. Lo conferma Luca Merlino, del Banco Alimentare, mentre supervisiona il lavoro degli Scout all’Iperpoli. Le postazioni più redditizie per la raccolta sono proprio l’Iperpoli, l’Interspar e l’Eurospar di via Roma. «Ogni anno, se la giocano loro tre».

Quest’anno, si sono coinvolti 75 supermercati, 10 in più dell’anno scorso. I più a Bolzano (sono ben 30), ma l’iniziativa si sta sempre più diffondendo anche nella periferia. Un fatto positivo, che però complica e non di poco la logistica del trasporto ai magazzini trentini.

Quasi nessuno dei clienti donatori sbaglia, a infilare alimenti negli appositi sacchetti distribuiti all’entrata dei punti vendita. «Alimenti per l’infanzia, tonno in scatola, sughi e pelati, olio, riso, legumi, biscotti». Sul volantino, la pasta non viene citata, perché è una banale ovvietà: ci arriva chiunque, alla pasta, tanto che è il prodotto più infilato nelle buste. Qualcuno, mettendoci il cuore, ci infila del vino.

Sul retro del volantino, c’è un messaggio che è come un pugno nello stomaco: «Non si può distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia». Sono parole di papa Francesco. Che parla della necessità di fare qualcosa di concreto, coinvolgendosi. I bolzanini, volontari o semplici clienti donatori, ieri, almeno per un giorno, lo hanno fatto.

Come spiega Luca Merlino del Banco Alimentare, la fame però permane tutto l’anno. Per questo si fa la Colletta alimentare con beni a lunga scadenza, che rappresentano però solo un quarto dei cibi distribuiti in provincia ogni anno a 8300 persone da 43 associazioni convenzionate col Banco Alimentare. Gli altri tre quarti del cibo, siamo attorno alle 200 tonnellate, vengono raccolti nel resto dell’anno: cibi freschi facilmente deperibili e/o vicini alla data di scadenza, ma ancora utilissimi per sfamare.

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