Scuola, il 17% ha bisogno del «sostegno»

In tre anni gli alunni con problemi nell’apprendimento sono saliti del 5%. Mancano insegnanti. Minnei: «Ora provvediamo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. In tre anni il numero di bambini e ragazzi disabili o con disturbi di apprendimento da seguire nella scuola italiana in Alto Adige è cresciuto dal 12 al 17%, ma parallelamente non è aumentato il numero degli insegnanti che sono poco meno di 300 tra docenti specializzati con contratti da 25 ore (assunti per concorso) e i cosiddetti collaboratori all'integrazione. Per questi ultimi sono previsti 118,5 posti, ma con la suddivisione dei carichi orari il personale in servizio è di 140 «prof» (qualcuno non a tempo pieno). Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno veri e propri la legge provinciale prevede che ce ne sia uno ogni cento alunni e, cifre alla mano, la nostra provincia rispetta questi parametri anche se il rapporto nell'ultimo triennio è salito. «Ne abbiamo uno - spiega l'ispettrice Maria Rita Chiaramonte, esperta in materia per la scuola italiana - ogni 97 alunni mentre l'anno scorso ce n'era uno ogni 96. È chiaro che per i genitori le risorse non basterebbero mai e, da addetta ai lavori, confesso che mi piacerebbe avere più personale. Con i fondi a disposizione ritengo che l'Alto Adige riesca a fare comunque un ottimo lavoro». Le ore dei collaboratori all'integrazione vengono assegnate alle varie scuole e classi da una commissione che valuta nel dettaglio i problemi dei singoli studenti: si spazia da deficit cognitivi a problemi di apprendimento e autismo. «Ci sono, questo è vero, classi eterogenee e complesse ma cerchiamo sempre di tenerne conto coinvolgendo tutta la scuola ma anche i genitori che fanno a capo ad associazioni strutturate che ci sottopongono, nel corso dell'anno, le problematiche più svariate».

La strategia. Secondo la Sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei il fatto di non aver potenziato, nell'ultimo triennio, il numero degli insegnanti di sostegno è comunque anche frutto di una scelta precisa. «Agli studenti non abbiamo fatto mancare davvero nulla cercando di lavorare anche sui distacchi nell’area pedagogica. Rispetto al resto d'Italia siamo ancora piuttosto avanti». Sulla competenza, peraltro, bisogna ancora lavorare, come conferma la stessa Minnei.

Il Master per i «Dsa». Molti genitori sostengono, che non siano molti gli insegnanti ad essere preparati per affrontare i «Dsa», i disturbi specifici di apprendimento, prova ne sia che da ottobre partirà un Master «ad hoc» per tutti i docenti a Scienza della Formazione a Bressanone. «Abbiamo - conferma la Minnei - un gap da colmare e questa è l'occasione opportuna per farlo. Proseguiremo, inoltre, con interventi mirati sugli alunni. Gli strumenti compensativi a cui ricorriamo per colmare i deficit hanno dato risultati soddisfacenti». Il maggior numero di studenti con necessità di un insegnante di sostegno si registra alla scuola media, mentre l'incremento maggiore di richieste di intervento nell'ultimo triennio riguarda la scuola superiore. «Le segnalazioni - conclude la Minnei - arrivano dopo i primi anni di scuola primaria. Oggi ci stiamo attrezzando, invece, per fare fronte al meglio a tutte le richieste delle superiori».

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