Scuola, studenti e docenti oggi in piazza

I sindacati: svalutato il lavoro dei professori, è tutto in mano ai dirigenti. Il corteo parte alle 9 da piazza del Grano


di Alan Conti


BOLZANO. Scenderanno in strada fianco a fianco gli studenti e gli insegnanti per portare in piazza il proprio malcontento verso un disegno di legge sulla «Buona Scuola» che di buono, per loro, ha poco o nulla. Appuntamento alle 9 di questa mattina per un corteo che si radunerà in piazza del Grano, per poi muovere su via della Mostra, via Goethe, via Portici e concludersi in piazza del Grano. Tutto, ovviamente, in concomitanza con la visita in città del premier Matteo Renzi.

Tutto, troppo, in mano ai dirigenti scolastici. I docenti guardano il documento in transito alla Commissione Cultura alla Camera (voto in aula il 15 maggio probabilmente) con un certo sospetto e anche in Alto Adige non mancano i mugugni. Si mordono le labbra gli insegnanti arrabbiandosi, ma non troppo, anche perchè si parla di un provvedimento che, in ogni caso, porterà all'assunzione di centomila precari. Sempre oggi, oltre alla manifestazione lungo le strade del Centro, è previsto anche un flashmob alle 12 in piazza della Mostra dei docenti in compagnia delle mamme.

Ad accompagnare e inquadrare concettualmente il dissenso è Giovanni Scolaro della Uil Scuola. «Concentrare nelle mani del dirigente tutta la possibilità di orientare il percorso formativo nell'elaborazione dei piani è limitante». Alcuni emendamenti, però, stanno smorzando questa intenzione. «Vero, probabilmente si allargherà l'ambito decisionale a tutto il collegio docenti nella redazione del Piano dell'Offerta Formativa, ma resta il problema di pianificare per bene il contratto educativo anche con le famiglie. Amplierei certe facoltà all'intero consiglio d'istituto». Non tutto, però, è da buttare. «L'assunzione di così tanti precari è positiva, così come il meccanismo premiante dei concorsi in base all’effettiva disponibilità dei posti. Va fatta chiarezza, però, su alcune dinamiche di reclutamento perché anche qui non si può concentrare tutto nelle facoltà dei dirigenti».

Netta la posizione di Donatella Califano della Cisl Scuola: «In molti tratti di questo disegno di legge si avverte una minaccia alla libertà di insegnamento con uno sbilanciamento eccessivo delle prerogative dei docenti verso i dirigenti. La stessa prospettiva di far saltare la titolarità degli insegnanti all’interno di un singolo istituto per farli confluire in un unico bacino preoccupa molto». Pianificare l’offerta formativa, inoltre, è la classica linea da non oltrepassare. «È stato promesso un emendamento su questo, è vero, ma finchè non vediamo nero su bianco è meglio non abbassare la guardia su questo. L’elaborazione delle linee programmatiche è il lavoro più profondo di un insegnante. Non si può pensare di limitarlo in qualche modo. Non si può accettare». Quanto è sentita, però, questa protesta? «Sicuramente lo è di più nel mondo italiano, come spesso avviene nelle faccende governative. Rimane, comunque, la possibilità di movimento data da alcuni aspetti della nostra autonomia, ma la struttura non è condivisibile in ogni punto».

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