Scuola: tanti precari e prof umiliati

I docenti delle professionali: «Senza cattedra anche chi ha contratti a tempo indeterminato». Pronto il ricorso alla Consulta


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La situazione nella scuola professionale, soprattutto quella italiana, comincia a farsi pesante. Oltre a numerosi precari rimasti senza lavoro, anche a seguito dell’abolizione delle lezioni da 50 minuti, ora sono stati colpiti e demansionati anche i primi insegnanti (qualcuno di lungo corso) con contratto a tempo indeterminato. «Dopo oltre dieci anni di insegnamento di materie curricolari, nelle quali avevano maturato un’esperienza e una preparazione approfondita, - denuncia l’associazione Laboratorio scuola formazione e lavoro - si sono trovati, per la carenza di ore, senza più una cattedra. Si tratta dei cosiddetti “perdenti posto”: a loro è stato assegnato un incarico di ripiego nell’amministrazione. Qualcuno si è ritrovato senza più una classe ed è destinato a seguire progetti non di particolare valore. Stiamo facendo una quantificazione del numero dei docenti interessati, e quindi “scaricati”, ma tra precari e insegnanti demansionati siamo nell’ordine di alcune decine di persone. Solo a Brunico, scuola che ci ha già fornito i dati, siamo a conoscenza di sei casi. È per questo che siamo convinti che, complessivamente, si tratti di alcune decine di professori. A giorni avremo i numeri precisi e potremo dare dimensioni precise al fenomeno». Ma le critiche dell’associazione dei docenti non si fermano qui. «C’è, inoltre, da segnalare una disomogenea applicazione della nuova contrattazione nelle varie scuole professionali. Alcuni istituti in particolare hanno ancora carenze a livello di programmazione e stesura degli orari di lavoro. Tutto questo è spiacevole, ripensando soprattutto ai proclami dei sindacati che assieme agli organi politici hanno contribuito nei mesi scorsi all’approvazione del nuovo contratto. Non doveva essere un accordo migliorativo per tutti che non avrebbe in nessun modo influito sui posti di lavoro? Questo almeno era ciò che garantiva l’ex responsabile della funzione pubblica di un noto sindacato. Che cosa si potrà dire, ora, dopo tante promesse a vuoto, a coloro che non hanno più la possibilità di sostenere la loro famiglia, a chi dovrà riorganizzarsi completamente, cambiando di fatto mestiere, o a chi è stato o sarà destinato ad altre mansioni?». Diverse situazioni sono diventate di dominio pubblico grazie alle segnalazioni del Gs, l’unico sindacato ad aver difeso fino in fondo le posizioni degli insegnanti più critici in sede di contrattazione non firmando l’accordo.

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