Seab, 400 mila euro di bollette insolute

Rosanelli: «Tendenza in crescita per colpa della crisi». Cambiata la società di recupero crediti: «Ora agiamo porta a porta»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il presidente della Seab Rupert Rosanelli lo dice chiaro e tondo: «Le bollette non pagate nel corso dell’ultimo anno dovrebbero aggirarsi attorno ai 3-400 mila euro. Si tratta di una tendenza in crescita. E parlo, indifferentemente, di acqua, gas e rifiuti». Questa cifra nel bilancio complessivo, che ammonta a poco più di 42 milioni di euro, pesa relativamente poco ma gli insoluti sono destinati, col passare del tempo, a rappresentare un problema sempre più importante.

Non è un caso se Seab, su invito del Collegio dei sindaci, ha deciso di cambiare società di recupero crediti rinunciando anche all’apporto di Equitalia, che non ha certo la fama di essere particolarmente tenera con chi non onora i debiti.

«La realtà - sottolinea Rosanelli - è che Equitalia non era sufficientemente veloce a recuperare i quattrini. Non bastano lettere e solleciti per risolvere il problema. E allora, con le nuove società che abbiamo ingaggiato, abbiamo cambiato sistema scegliendo la formula porta a porta».

Solitamente Seab entra in azione dopo parecchi mesi, in modo tale da dare ai contribuenti la possibilità di tornare in linea di galleggiamento. «Suonando ai campanelli dei diretti interessati - sottolinea Rosanelli - scopriamo magari che l’utente ha cambiato indirizzo e non ha semplicemente ricevuto le fatture. In molti altri casi c’è però chi non può pagare». Seab, in quest’ultimo caso, si deve comportare in modo diverso, a seconda del tipo di fornitura.

«Se si tratta di acqua non possiamo interrompere l’erogazione ma dobbiamo ridurre la pressione. Nel caso del gas, invece, interrompiamo la fornitura. La questione si complica, non di rado, se si tratta di rifiuti. Per le case unifamiliari potremmo, al limite, anche non raccogliere più la spazzatura ma dovendoci spesso rapportare ai condomini il servizio viene quasi sempre garantito».

Le nuove società di recupero crediti ingaggiate da Seab - e questa è un’altra novità - vengono pagate solo a provvigione, in base all’importo recuperato. «Dei 400 mila euro inseriti fra gli accantonamenti prevediamo di incassarne almeno la metà. Con il nuovo sistema, in ogni caso, iniziano a vedersi i primi frutti tangibili».

Seab, nell’ultimo periodo, ha risolto due problemi spinosi: il primo riguardava il ritardo nell’invio di migliaia di fatture (per le difficoltà incontrate dalla ditta incaricata di elaborare il software) e il secondo è relativo invece al personale, che farà la settimana corta lavorando solo pochi sabati.

«Per le fatture - prosegue Rosanelli - abbiamo lasciato in sospeso solamente alcuni casi controversi che stiamo vagliando, anche grazie alle segnalazioni dei diretti interessati». In pianta organica figurano 271 dipendenti e oltre metà è costituito da operai impegnati sul territorio. «Per il momento non sono previste nuove assunzioni. Il fatto che l’azienda sia riuscita - conclude Rosanelli - a trovare una buona intesa sui turni testimonia anche la volontà, reciproca, di venirsi incontro».

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