Senza i quattrini da Roma i partiti tagliano personale

Il Pd mette in cassa integrazione i due dipendenti, la Svp è già scesa da 34 a 15 Verdi e Stf contano su un collaboratore part-time. Volontariato per tutti gli altri



BOLZANO. Il Partito democratico mette in cassa integrazione i propri due dipendenti. La Svp ha iniziato da anni una drastica cura dimagrante del personale, passando dai 34 dipendenti massimi registrati dodici anni fa agli attuali 15 collaboratori, tra tempo pieno e part time, come informa il segretario organizzativo Manuel Massl. Via Brennero non ha adottato però misure drastiche: oltre ai pensionamenti, alcuni dipendenti sono stati aiutati a trovare altre collocazioni. È la vita dei partiti nell’epoca post finanziamento pubblico. Nel caso della Svp, lo stop del flusso di denaro da Roma si è aggiunto alla crisi ereditata dal passato, che vede ancora un debito di 4 milioni di euro. In Alto Adige dispongono di personale solo Svp (15 persone), Verdi (un part time), Südtiroler Freiheit (un part time) e il Pd (cassa integrazione in arrivo). Tutti gli altri partiti e movimenti, come Freiheitlichen, Forza Italia e Lega, si affidano al volontariato dei militanti. Diversa la situazione dei gruppi in consiglio provinciale, dove dal maggio 2014 è in vigore il nuovo regolamento, che fissa il numero di collaboratori pagati dall’ente in base al numero di consiglieri. Rigorose le nuove regole per la rendicontazione. Non sono più consentite furbizie su impiegati pagati dal consiglio provinciale e utilizzati nei partiti.

Il Pd taglia. Nel Partito democratico è di questi giorni la decisione di chiedere la cassa integrazione a zero ore per i due dipendenti, una impiegata e un giornalista professionista con mansioni anche organizzative. Un passo che ha lasciato strascichi polemici. «Il partito del lavoro...» è stato il commento ironico dell’ex segretario Antonio Frena per la durezza della decisione. Con la cancellazione del finanziamento pubblico, il Pd potrà contare su 100 mila euro di entrate all’anno, garantite quasi totalmente dalla contribuzione obbligatoria chiesta agli eletti. Le spese attuali del personale ammontano pure a 100 mila euro. Da qui la decisione annunciata dalla segretaria Liliana Di Fede di chiedere la cassa integrazione per ristrutturazione.

Svp, addio tempi d’oro. Nel periodo di fulgore del finanziamento pubblico, la Svp riuscì ugualmente ad accumulare oltre 5 milioni di euro di debito. La cura dimagrante, iniziata da anni, potrà solo diventare più severa. Il compito è affidato all’eurodeputato Herbert Dorfmann, che ha presentato un piano di riduzione delle spese di 300 mila euro all’anno. Già venduti il bar di via Brennero e la sede di Brunico. Rispetto agli attuali 15, altri due impiegati usciranno a breve. Spiega Dorfmann: «Siamo orgogliosi di non avere licenziato nessuno. Tutti noi, a partire dall’Obmann Achammer, ci siamo impegnati per trovare nuove collocazioni per il personale che ha potuto così lasciare il partito». Se nel 2003 si toccò la cifra massima di 34 dipendenti tra Bolzano e sedi periferiche, «quando abbiamo iniziato la cura dimagrante eravamo già a scesi a 23». Il bilancio 2014 della Svp è di 803 mila euro (1,6 milioni del 2013). Il costo del personale 2014 è stato di 522 mila euro.

Verdi e Stf. Sia Verdi che Stf hanno un impiegato con part time. I Verdi, spiega Brigitte Foppa, un tempo contavano su un impiegato a tempo pieno, «ora impossibile». In controtendenza la Stf, sottolinea Sven Knoll: «Per anni non abbiamo avuto né personale né sede. Arrivando a tre consiglieri provinciali, abbiamo potuto dotarci di una minima struttura, con una persona a part time e l’ufficio in via Portici». (fr.g.)

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