Il caso

Senzatetto a Don Bosco, il Comune vuole spostarli 

L’assessore Andriollo rincuora i residenti di via del Ronco infuriati per il degrado sotto casa: «Dicono no alle nostre strutture perché vogliono stare all’aperto, ma cercheremo di convincerli»


Gianluca Marcolini


BOLZANO. «Cercheremo di convincerli a spostarsi e accettare di venire ospitati nelle nostre strutture di accoglienza». Ma non sarà facile, evidenzia Juri Andriollo, «perché la scelta di stare all’aperto è dettata dalla loro cultura e non dall’esigenza».

L’assessore alle politiche sociali del Comune di Bolzano, però, ci tiene a rincuorare i residenti di via del Ronco che nei giorni scorsi hanno denunciato la situazione di degrado venutasi a creare sotto le loro finestre: «Confidiamo di riuscire nell’intento non solo di farli spostare ma anche di accettare di trasferirsi nelle nostre strutture e questo senza dover ricorrere alle maniere forti, ovvero privandoli dei loro beni materiali che si portano appresso, materassi, indumenti, oggetti». L’assessore era al corrente della situazione lamentata dai cittadini di questa parte del rione Don Bosco: «Si è creata una situazione anomala ma non di vero pericolo, piuttosto gli abitanti sono preoccupati del rischio di una proliferazione del degrado e la percezione del cittadino, in tal senso, va sempre tenuta in considerazione».

Ad accamparsi negli spazi condominiali in via del Ronco, occupando il camminatoio accanto al palazzo dell’Inail, sono quattro cittadini stranieri, comunitari, provenienti dall’Est Europa, appartenenti a un unico nucleo familiare, senza minori, che giungono saltuariamente a Bolzano per lavorare, soprattutto nell’agricoltura, spiega l’assessore.

Andriollo, poi, non nasconde che uno dei problemi di questa parte del quartiere è la presenza di molti locali inutilizzati, spazi che prestano il fianco al degrado, percepito o reale non importa. «La questione degli spazi da riempire è davvero preminente - spiega - ma se parliamo di degrado non possiamo limitarci a questo perché è anche una questione di educazione civica da promuovere e di coscienza della cosa pubblica, che è di tutti e dunque anche di noi stessi, e va rispettata».

Più che del problema specifico («Se il Comune ha le armi spuntate per trovare una soluzione a questa situazione, che tra l’altro non conoscevo, figuriamoci noi»), il presidente della circoscrizione Don Bosco, Alex Castellano, punta l’accento sulla necessità di volgere lo sguardo verso un orizzonte maggiore. «Serve una reale programmazione che riguarda questa parte del quartiere e che non può che partire da una valutazione delle esigenze di chi detiene la proprietà di questi spazi, che tra l’altro non è una sola», spiega il presidente della Circoscrizione.

Il vero nodo è il futuro del palazzo della Provincia dove sono ubicati, oggi, gli uffici dell’Intendenza scolastica. «Girava voce, tempo fa, dell’intenzione della Provincia di spostare da lì i propri uffici trasferendoli in una struttura nuova e più funzionale, svuotando così il palazzo - spiega Alex Castellano - se fosse realmente così, allora si aprirebbe un discorso sui destini dell’edificio, tenendo in considerazione che oggi non vi è certo lo stesso bisogno di uffici di un tempo mentre assistiamo, ad esempio, a una vera emergenza per quanto riguarda gli alloggi per studenti. Ecco, questa potrebbe essere una soluzione che darebbe una risposta alle richieste del quartiere».













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