BOLZANO

Sesso con due minorenni, l’impiegato ha confessato

Il 41enne Dieter Kofler ha ammesso i rapporti con le due ragazze. Pagava da 600 a 1000 euro a prestazione. Respinta invece l’accusa di violenza


Mario Bertoldi


BOLZANO. Ammissione delle proprie responsabilità per avere avuto rapporti sessuali a pagamento con le due ragazzine minorenni al centro dell’inchiesta ma rigetto totale delle accuse di aver usato violenza in alcune occasioni costringendo una delle due ad accettare proposte dietro minacce o percosse. E’ questa in sostanza la posizione di Dieter Kofler, l’impiegato meranese di 41 anni (con la passione della fotografia) interrogato martedì 8 luglio 2014 nel carcere veronese di Montorio dal pubblico ministero trentino che conduce l’inchiesta alla presenza degli avvocati difensori Julia Mathà e Francesco Gasperotti.

Sul capo d’imputazione che fa riferimento agli atti sessuali con minorenni, Dieter Kofler sarebbe dunque pronto a definire subito il contenzioso, ammettendo le proprie responsabilità. Che vi siano stati rapporti sessuali a pagamento è, dunque, un fatto accertato ed ammesso. E lo stesso indagato non cerca nemmeno di nascondersi dietro la mancata consapevolezza che si trattasse di ragazzine minorenni. «Su questo punto ho sbagliato e pagherò» avrebbe detto l’impiegato meranese ai propri legali. Per questo tipo di reato non è possibile chiedere il patteggiamento. Dunque la difesa sta verificando la possibilità di procedere rapidamente con rito abbreviato.

Resta però aperto il discorso relativo alla seconda imputazione mossa a Dieter Kofler: quella relativa alle presunte violenze (con schiaffi e percosse) cui sarebbe stato stata sottoposta una delle due minori per vincere la resistenza in un primo tempo opposta per essere coinvolta in rapporti sessuali a pagamento. Su questo punto Dieter Kofler ha negato nella maniera più assoluta. Le ragazzine non sarebbero mai state minacciate (per una possibile divulgazione via internet di fotografie erotiche) nè picchiate. «Su questo punto - ha puntualizzato ieri l’avvocatessa Mathà - il mio cliente è stato categorico ed è pronto anche a sostenere il giudizio davanti al tribunale».

L’impiegato meranese si difende con un ragionamento logico: ha ammesso di aver pagato per ogni rapporto sessuale somme rilevanti (da 600 a mille euro a prestazione). Perchè dunque, a fronte di pagamenti così sostanziosi, avrebbe mai dovuto essere costretto a minacciare le ragazzine in questione? Su questo punto è probabile che l’uomo possa anche chiedere di essere messo a confronto con la ragazzina rivelatrice di questi comportamenti. Per il momento sia Dieter Kofler che Antonio Sacco (l’altro indagato in arresto) restano in custodia cautelare in carcere in attesa della conclusione delle perizie informatiche su computer e telefonini sequestrati.













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