emergenza idrica

Siccità, ancora nessun piano: «Al momento basta la pioggia» 

Fugatti stanzia risorse con la manovra. Zaia invia al ministero un programma da 2 miliardi di euro Schuler: «In futuro serviranno investimenti massicci». Tiefenthaler: «L’acqua non manca alle colture, ma alla falda»


Sara Martinello


BOLZANO. La cabina di regia per la crisi idrica istituita dal decreto siccità ha avviato la ricognizione delle richieste dei territori. Ha già individuato i primi interventi, per un investimento complessivo di 102 milioni di euro da destinare a Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio.

E l’Alto Adige? «Ogni anno investiamo mediamente 30 milioni di euro in opere idrauliche. Di certo in futuro ne serviranno di più: con il cambiamento climatico in atto saranno necessari interventi a diversi livelli, non solo per l’agricoltura, ma anche per l’acqua potabile, per la natura e per la protezione civile», risponde l’assessore Arnold Schuler. Che, come il Bauernbud, prima di varare piani e richieste da inviare al dicastero del vicepremier Matteo Salvini preferisce verificare l’evolversi del meteo.

Il piano di Zaia

I 102 milioni del Mit sono quasi bruscolini di fronte alla cifra mastodontica che richiederà il piano dettagliato inviato da Luca Zaia al ministero delle Infrastrutture la settimana scorsa. Due miliardi di euro, di cui 400 milioni per le opere più urgenti. Si va dalla realizzazione della diga di Vanoi, in provincia di Belluno, alla costruzione di un bacino di invaso sull’Astico, fino all’adeguamento dello sbarramento antisale alla foce dell’Adige e a un sistema integrato di opere per contrastare la risalita del cuneo salino.

La manovra di Fugatti

In Trentino, Maurizio Fugatti ha fatto un primo stanziamento con la manovra di bilancio. Un intervento timido secondo le opposizioni – 3,4 milioni di euro – come secondo i sindacati trentini, che quantificano in «almeno 300 milioni di euro» l’investimento per efficientare la rete idrica provinciale. «Abbiamo messo poche risorse nell’assestamento di bilancio perché l’auspicio è che possano arrivare risorse nazionali. Se non arriveranno, come non credo, metteremo risorse nostre», ha detto Fugatti.

L’Alto Adige attende

Le piogge delle settimane scorse fanno ben sperare la giunta altoatesina. Per il momento, dunque, non sono state fatte richieste al ministero. Come l’anno passato, l’approccio «sarà di reale collaborazione e solidarietà verso gli altri territori», così il presidente Arno Kompatscher, mantenendo però le competenze dell’Autonomia. La solidarietà giova a tutti. Altrimenti, davanti a un interesse nazionale, anche Bolzano dovrebbe fare la propria parte.

Schuler dà una prima rassicurazione: «Per il momento riusciamo a soddisfare il fabbisogno idrico dei territori a sud». Il Servizio meteorologico provinciale prevede rovesci almeno fino a venerdì prossimo.

Bacini per l’agricoltura

L’assessore all’Agricoltura fa notare che ormai oltre due terzi dei meleti altoatesini hanno impianti di irrigazione a goccia. I più moderni in termini di risparmio idrico. Infatti il Bauernbund non registra particolari criticità, almeno per quanto riguarda le colture. «L’acqua semmai manca alla falda», evidenzia il presidente Leo Tiefenthaler, «L’umidità di questi giorni rende superfluo irrigare in buona parte della provincia. In val Venosta ha piovuto meno, lì probabilmente la necessità è maggiore. Confidiamo che pioverà».

L’alluvione in Emilia Romagna ha impressionato gli agricoltori altoatesini. Così Tiefenthaler: «Due anni di siccità, e ora le inondazioni. Con danni gravissimi per l’agricoltura. Nei prossimi decenni dovremo realizzare bacini più ampi per accumulare l’acqua piovana e risparmiarne anche per le regioni sotto l’Alto Adige».

 













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