l'allarme

Siccità: irrigazione vietata di giorno in Alto Adige

Il governatore Arno Kompatscher firma l’ordinanza: impianti a pioggia solo di notte. Tiefenthaler: «Ce la faremo, è giusto risparmiare acqua»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La stretta sull’acqua è arrivata. Da giorni era atteso un provvedimento legato alla siccità. Il presidente provinciale Arno Kompatscher ha firmato mercoledì sera un'ordinanza urgente relativa allo stato di emergenza idrica. Il provvedimento è stato raccomandato dalla Commissione provinciale emergenza acqua, coordinata dall'Appa.

Le misure previste nell'ordinanza invitano tutti gli utilizzatori di acqua e in particolare il settore agricolo a «un uso parsimonioso, efficace e sostenibile dell'acqua e a ridurre al minimo il suo consumo».

In concreto, l'irrigazione a pioggia è vietata durante le ore più calde, ossia dalle 10 alle 18. La misura vale per tutti gli impianti che non sono vincolati ad un esercizio di irrigazione a turno. Il provvedimento resterà in vigore fino al 31 agosto. Nei giorni scorsi Kompatscher aveva lanciato un appello per il risparmio d’acqua. Non viene limitata l’irrigazione a goccia, che comporta una minore dispersione di acqua.

Si tratta di un provvedimento eccezionale, mai preso in precedenza con tale entità. L'obiettivo, spiega la Provincia, è assicurare le riserve di acqua nel bacino idrografico dell'Adige, dopo che il grande caldo e la siccità hanno reso necessario lo sfruttamento delle concessioni di acqua per l'irrigazione in agricoltura, mentre lo scarso apporto di neve dell'ultima stagione comporta deflussi molto ridotti di acqua nel fiume.

«Per garantire l'approvvigionamento idropotabile la Provincia di Bolzano fornisce il suo contributo solidale nella gestione della situazione di crisi attraverso la collaborazione con le altre Amministrazioni del bacino idrografico dell'Adige», sottolinea Kompatscher.

Flavio Ruffini, direttore dell’Appa, presiede la Commissione provinciale emergenza acqua: si tratta di un tavolo tecnico cui partecipano anche funzionari dei settori Risorse idriche, Foreste e Agricoltura. Non è corretto affrontare il problema della siccità con i parametri «noi Alto Adige», «loro veneti in crisi di acqua», premette Ruffini: «Il fiume Adige è uno, da Resia all’Adriatico. È di tutti e di nessuno. Tutti i territori sono tenuti a tutelare al meglio il sistema». L’ordinanza viene accolta serenamente dagli agricoltori. «Non ci metterà in crisi.

L’irrigazione a pioggia non viene mai aperta durante la giornata», riferisce Leo Tiefenthaler (presidente del Bauernbund), «Va anche detto che nei nostri campi è molto diffusa ormai l’irrigazione a goccia, direi sopra il 50 per cento dei casi nella viticoltura. Siamo consapevoli che è giusto aiutare il Veneto per l’acqua potabile e l’agricoltura». Il divieto dell’irrigazione a pioggia nelle ore più calde, prosegue Ruffini, «è una misura di prevenzione, per evitare o rinviare interventi più drastici. In questo periodo si intrecciano diversi problemi: molto caldo, scarse piogge, deficit strutturali, esigenze turistiche e necessità di irrigazione dell’agricoltura». Misure più severe, anticipa Ruffini, potrebbero essere la riduzione del periodo di irrigazione o l’apertura degli invasi idroelettrici, «con i problemi che ciò comporta, perché gli invasi rappresentano una riserva preziosa per i mesi invernali e per garantire l’irrigazione antibrina in primavera».

L’irrigazione a pioggia nelle ore più calde, spiega Ruffini, provoca una dispersione di acqua del 30-40 per cento a causa dell’evaporazione. I tecnici provinciali monitorano costantemente il deflusso dell’Adige. Abbiamo il valore di 180 metri cubi di acqua al secondo che rappresenta una situazione sotto controllo. Quando si arriva a 140 metri cubi al secondo, inizia la fase critica. Con gli 80 metri cubi al secondo siamo in crisi idropotabile, perché vanno in secca le pompe per l’acqua potabile in Veneto e nella zona vicina alla foce entra l’acqua salmastra. Si sconta tra l’altro il fatto che non siano state realizzate le opere infrastrutturali per difendere il fiume dall’acqua del mare ».













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