Sicurezza sugli sci, i maestri di Prada 2000 rinunciano al freeride per sensibilizzare sul tema

Annullata la discesa della Scuola di sci sulla pista Freina. Cappadozzi: qui nessuno ha emesso ordinanze di divieto



VAL GARDENA. Sciare fuoripista, in questi giorni, equivale a suicidarsi. O quasi. Tutti lo sanno, o dovrebbero saperlo, eppure i divieti vengono tranquillamente dimenticati. Qualsiasi tratto innevato è solcato dalle scie lasciate da sciatori incoscienti, oltre che da slavine di varie dimensioni che si staccano dalle montagne.

 

freeride

 

E sul cielo della val Gardena il rombo dell'elicottero del soccorso è un rumore ormai usuale. Cosa si può fare? Informare serve a poco. Per uno sciatore non c'è niente di più attraente di un tratto di neve vergine, soprattutto quando le piste, come in questi giorni, sono così affollate.

Bisogna convincere, ma anche questo non è facile. Durante lo ski show della scuola di sci Prada 2000 di Selva Gardena, l'altra sera sulla pista Freina, è stata annullata l'esibizione di Free Ride dei maestri di sci, che era inizialmente prevista e ovviamente in neve fresca.

Valerio Staffelli, ospite fisso e fedele della val Gardena e della scuola di sci, non ha perso l'occasione di avere davanti un folto pubblico di ascoltatori, per portare avanti ancora una volta la sua personale battaglia per la sicurezza sugli sci. «Io amo lo sci, e lo pratico da tanti anni. E lo amano e lo praticano anche i miei figli. Non è possibile che si rischi la vita ogni volta che si mettono gli sci ai piedi» ci dice, esasperato.

«Circa un mese fa su Twitter ho postato questa frase: "Una discesa da brivido non vale la vostra vita, e quella dei vostri amici». Visto quello che è successo mi sembra di essere stato profetico. Soprattutto chi scia da una decina di anni lo fa senza un minimo di preparazione. Uno sciatore deve rispettare lo sci come un marinaio rispetta il mare. Io scio da quarant'anni, a volte sulle stesse identiche piste che adesso portano su il quadruplo delle persone. C'è troppa gente e Gli sci sono sempre più veloci e facili».

Cosa si può fare? Staffelli una ricetta ce l'ha.

«Obbligare tutti a fare un corso senza il quale non possono avere il giornaliero. Gli sciatori devono conoscere le regole, sapere dove fermarsi, come dare le precedenze, e rispettare gli altri. E sapere quando si può sciare fuori pista. Inoltre, casco e guscio paraschiena obbligatorio per tutti, a cominciare dai maestri».

Quanto all'informazione, c'è, eccome. "Noi emettiamo ogni giorno una serie di comunicati - ci dice Paolo Cappadozzi, presidente del Consorzio Val Gardena-Alpe di Siusi - Li ricevono i turisti attraverso sms e news letter, le ricevono gli albergatori che li appendono in bacheca, li ricevono gli impianti che aggiornano i vari tabelloni, e anche i Consorzi e le Associazioni turistiche. Anche i sindaci possono emettere un'ordinanza sul territorio, ma questo in val Gardena non è stato ancora fatto. Il divieto di sciare fuori dalle piste c'è e si può incorrere anche in un procedimento penale, anche nel caso in cui vengano procurati danni. Noi informiamo. Sta poi nella coscienza di ognuno non causare danni agli altri, oltre che a se stessi.

Gli impiantisti possono chiudere una pista, di più non possono fare. Non possiamo rincorrere uno che sta salendo su una forcella con le pelli perchè vuole suicidarsi».

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