Sigmund: volevano farmi tacere

«Ho mandato lettere a tanti Svp, sapevano cosa stava succedendo»


Mario Bertoldi


BOLZANO. «Il signor Thomas Sigmund si obbliga a mantenere il silenzio sulle procedure interne, le informazioni e i dati dei quali ha acquisito conoscenza durante la sussistenza del rapporto di lavoro, sulla sua risoluzione e sulle ragioni che hanno portato alla risoluzione dello stesso...» E' quanto si legge nell'articolo 4 del verbale di conciliazione con cui il 27 novembre 2008 Thomas Sigmund, per nove anni coordinatore, ed i vertici dell'associazione «Kaufleute Aktiv» raggiunsero un accordo economico (40 mila euro + Iva) per definire e chiudere la causa di lavoro in atto. E' un verbale di conciliazione da cui traspare il fondato timore dell'associazione che qualcosa potesse trapelare sul sistema di gestione delle risorse economiche. Prima di andarsene, nell'agosto precedente, Thomas Sigmund aveva fotocopiato diversi documenti da cui risultava una gestione contabile per lo meno «disinvolta» e aveva poi rivelato a diverse persone, nell'ambito Volkspartei, le gravi anomalie riscontrate. Tra le persone messe a conoscenza della situazione c'era anche il sindaco di Günther Januth. Ma risulta in buona compagnia. Thomas Sigmund, infatti, avrebbe segnalato la situazione anche a Gebhard Hölzl (capogruppo Svp in consiglio comunale), Ulrich Mayer (referente del sindaco e direttore dell'ufficio di gabinetto del Comune di Merano), Josef Brunner e Walter Schrott (esponenti dell'ala economica della Svp di Merano), Alois Gurschler (assessore comunale), e Gundolf Wegleiter (presidente dell'unione commercianti di Merano). Dalle dichiarazioni di Sigmund sembra emergere che diversi esponenti Volkspartei a Merano sarebbero stati al corrente dello scandalo. Nessuna concreta iniziativa, però, sarebbe stata presa dell'invio alla magistratura del dossier. Nel frattempo l'avvocato Marco Mayr, difensore di Michael Frasnelli, ha impugnato davanti al tribunale del riesame l'ordinanza di custodia cautelare (agli arresti domiciliari) firmata dal giudice Silvia Monaco. Il legale per il momento non ha voluto entrare nel merito dell'inchiesta ma ritiene che non sia giuridicamente fondata la custodia cautelare disposta nei confronti del presidente dell'associazione. «Il nostro ordinamento prevede che le esigenze cautelari debbano risultare concrete e attuali - spiega l'avvocato - non mi sembra che lo siano quelle indicate per giustificare gli arresti domiciliari nei confronti di Frasnelli». Il presidente di «Kaufleute Aktiv» si trova in stato di arresto per due motivi indicate nell'ordinaza firmata dal giudice: pericolo di inquinamento prove e pericolo di reiterazione del reato. Nel primo caso - afferma il legale - è una semplice supposizione perchè mai Michael Frasnelli avrebbe tentato di contattare o intimidire eventuali testimoni. Per il pericolo di reiterazione di gravi reati, nell'ordinanza si fa riferimento alla possibilità che, in qualità di presidente dell'associazione, possa incassare il contributo deliberato per l'ultimo Mercatino. «Anche in questo caso - puntualizza il legale - un'ipotesi non reale in quanto l'amministrazione comunale ha già congelato la somma».

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