Sill, la Procura indaga Ipotesi: frana colposa

Il Comune di Renon è già stato condannato per un precedente episodio Per il giudice di pace dimostrò negligenza nella manutenzione della strada


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Frana colposa. Con questa ipotesi di accusa la Procura della Repubblica ha deciso di vederci chiaro sullo smottamento che domenica, poco prima di mezzogiorno, ha riversato sul palaghiaccio della Sill una ventina di metri cubi di roccia e fango, abbattendo una delle pareti posteriori della struttura. L’inchiesta mira soprattutto a verificare se le persone che si trovavano all’interno del palaghiaccio abbiano corso rischi concreti e se il fenomeno potesse essere previsto. E’ dunque molto probabile che il magistrato disponga già nelle prossime ore una consulenza tecnica destinata a fare da battistrada a tutto il procedimento.

Nel frattempo è stato affidato ai carabinieri il compito di raccogliere la testimonianza di chi ha rischiato di vedersi piovere addosso improvvisamente il fiume di sassi e fango mentre si trovava sulla tribuna a seguire le fasi finali di un torneo giovanile under 10 di hockey su ghiaccio. Per il momento lo stadio del ghiaccio resta inagibile. Se dovessero emergere aspetti di sostanziale inaffidabilità dell’impianto è evidente che la Procura potrebbe anche decidere di disporre il sequestro dello stadio per evitare che situazioni di pericolo possano ripetersi. Intanto dai primi accertamenti è emerso che domenica mattina i gestori dell’impianto (che è di proprietà di una cooperativa privata in attesa della definizione del possibile acquisto da parte del Comune di Bolzano) già alle 10.30 avevano chiesto l’intervento dei vigili del fuoco a seguito di una verifica per l’acqua che dalla montagna sovrastante continuava a riversarsi sul palaghiaccio i cui spogliatoi iniziavano ad essere allagati. Nessuno ritenne comunque necessario far evacuare la struttura. Ora, come detto, sarà la magistratura a ricostruire nel dettaglio quanto avvenuto. Nel frattempo il Comune di Renon (competente per territorio) ha disposto la chiusura momentanea dell’impianto che non potrà essere utilizzato in assenza dei parametri minimi di sicurezza sulla montagna sovrastante. Contestualmente lo stesso Comune ha anche disposto la chiusura della strada che conduce all’impianto sportivo. Un provvedimento suggerito, tra il resto, dall’esito di un precedente contenzioso legale che qualche mese fa ha visto l’amministrazione comunale di Renon essere condannato dal giudice di pace Alessandra Ghetta al risarcimento di un automobilista, travolto da una frana staccasi improvvisamente dal costone roccioso sovrastante. Il fatto risale al 21 febbraio 2009. Per il bolzanino (che stava rientrando in città con a bordo il figlioletto al termine di un allenamento di hockey) fu un grande spavento.

Solo per puro caso nessuno rimase ferito. La vettura, acquistata appena qualche giorno prima, subì però seri danni alla carrozzeria. Un masso mandò anche in frantumi il parabrezza. Il Comune di Renon rispose picche alla richiesta risarcitoria avanzata dal malcapitato il quale si rivolse all’avvocato Francesco Coran e citò in giudizio l’amministrazione comunale che ora è stata condannata. Il Comune di Renon dovrà dunque risarcire all’automobilista i danni patiti (4422,27 euro) oltre a 3.028,12 euro di spese di giustizia. La sentenza rigetta tutti i tentativi dell’amministrazione comunale di Renon di chiamarsi fuori e accerta al contrario «l’esclusiva responsabilità dell’amministrazione comunale» per la sicurezza sulla strada di accesso all’impianto sportivo rilevando, tra il resto, che il distacco della frana dalla parete rocciosa sovrastante la strada non poteva essere considerato «un evento imprevedibile» ma «un evento inevitabile» dopo che un’altra autovettura qualche settimana prima era stata danneggiata in circostanze simili. Il Comune - ha sentenziato il giudice - «non ha controllato e vigilato con la necessaria diligenza». Per il giudice la frana non sarebbe stata riconducibile al caso fortuito ma ad una negligenza del Comune che avrebbe omesso di fare quanto tecnicamente necessario...» All’epoca fu il sindaco di Renon a non voler procedere alla chiusura della strada nonostante il consiglio opposto della polizia muncipale.

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