Sill, si rifà il ghiaccio ma gli hockeysti rilanciano via Genova

A Castel Novale si riapre il 14 gennaio. Fra le polemiche. I bolzanini: «Mettiamo a norma l’impianto Pista Zero»


di Davide Pasquali


BOLZANO. La Sill? Molto meglio la Pista zero di via Genova, ampliata, a norma, coperta e dotata di parcheggi. Lo sostiene l’intero mondo dell’hockey giovanile.

Proclami e realtà. Il vicesindaco Klaus Ladinser, ottimisticamente, venerdì mattina parlava di domani o al massimo dopodomani - «abbiamo tutte le autorizzazioni, l’impianto è sicuro» - mentre la cooperativa di gestione della struttura, più cautamente, parla del lunedì successivo, il 14 gennaio. Fatto sta che l’ufficio sport del Comune ha ufficialmente dato mandato alla cooperativa sociale Oasis di rimettere in servizio il palazzetto della Sill. E così domani si inizierà a ricreare il ghiaccio, sia della piastra coperta che di quella esterna, all’aperto.

Giorni? No, mesi. Insomma, sono occorsi sessanta giorni - anziché i quattro entusiasticamente annunciati dal vicesindaco all’indomani della frana dell’11 novembre scorso - ma alla fin fine la pervicace ostinazione della giunta municipale è riuscita nell’intento, con il fattivo supporto di Provincia e Comune di Renon. Rimane però un dubbio, più che tangibile: torneranno, le squadre, ad allenarsi lassù? Torneranno, i pattinatori da tempo libero, quelli amatoriali, quelli del finesettimana? Il dubbio aleggia e non solo fra gli scettici, tanto che la cooperativa Oasis, almeno per quest’anno, non ha intenzione di riaprire il ristorante annesso all’impianto e riaprirà solo il bar, per di più a mezzo servizio, ossia non per gli avventori esterni, bensì solo per chi va ad allenarsi al palazzetto.

Timori. La frana che ha colpito l’impianto della Sill in novembre, a metà di una giornata di piogge torrenziali, ha infatti spaventato genitori e ragazzini, in primis dell’Ev Bozen, dell’Hc Bolzano, ma non solo. Le Eagles, i Pinguini, l’artistico... Atleti e famiglie in novembre avevano garantito: lassù non torneremo mai più.

Incertezza. Per ora ufficialmente non è dato sapere come si regoleranno le società sportive. Il presidente della Oasis, Federico Pietrobelli, ammette: «Ora come ora non abbiamo avuto contatti con loro. Aspettiamo la comunicazione ufficiale da parte dell’ufficio Sport. Quando tutti sapranno della riapertura, allora si capirà come stanno le cose». La coop Oasis terrà impegnate quattro persone per gestire il palazzetto più altre due sul bar. «La stagione riinizierà a metà gennaio, per concludersi a metà aprile. Non è conveniente effettuare investimenti sul ristorante, almeno per ora».

Verona docet. Intanto, come fanno notare i genitori del comitato spontaneo sorto per dire basta alla Sill, «contrariamente a quanto affermato dal sindaco, secondo il quale occorrerebbero dai 6 agli 8 milioni per costruire un nuovo palazzetto del ghiaccio in zona più sicura, a Verona è stato di recente presentato al sindaco Flavio Tosi il progetto esecutivo per il nuovo palaghiaccio cittadino». Sorgerà vicino allo stadio Bentegodi del calcio e realizzarlo costerà due milioni di euro.

E-mail ed sms. C’è tutto un vorticare di messaggi elettronici, nel giro dell’hockey giovanile cittadino. Li mostrano al giornalista numerosi genitori di chi si allena o pattina alla Pista Zero di via Genova al sabato pomeriggio. Il tenore è il medesimo: alla Sill non ci rivedranno più. “C’è il torneo a Castel Novale? E chissenefrega, non ci fidiamo”. Apertamente non parla nessuno, perché le polemiche sulla Sill nelle scorse settimane hanno creato più di qualche ostacolo a chi, nell’ambiente, ha esternato. Ci sono di mezzo contributi, sovvenzioni, sponsorizzazioni, orari di messa a disposizione delle piastre per allenarsi. Chi parla, teme ritorsioni.

L’idea, anzi: la convinzione. Rilanciare via Genova e smetterla di gettare soldi nel pozzo di San Patrizio della Sill. La Pista Zero non è a norma, ma con meno di un milione di euro, questa la stima che circola nell’ambiente, si riuscirebbe a risistemarla bene. Lo spazio per ampliare la piastra c’è tutto. Mancherebbero 17-18 metri di lunghezza e circa 8-9 in larghezza. Ci si starebbe benissimo. Quest’anno, un po’ la crisi che impedisce le costose vacanze sugli sci, un po’ l’entrata dal costo modesto, un po’ la Sill chiusa, hanno portato in via Genova da 200 a 300 persone al giorno. Alla pista, di proprietà del Comune e gestita dalla Br Service, mancano i parcheggi, ma verso il campetto o verso l’area cani lo spazio non mancherebbe. Attualmente si allenano alla Pista Zero le giovanili del Bolzano (U8 e U10), ma sarebbe interessante arrivare fino all’under 20. Servirebbe più spazio, ma si dovrebbe coprire la pista. Basterebbe una tensostruttura, in stile campi da tennis. Così, si riuscirebbe anche ad ampliare la stagione. Ora dura da dicembre a febbraio, coprendo si arriverebbe da ottobre a marzo-aprile. Soprattutto, si eviterebbe ciò che è accaduto ieri pomeriggio: impianto di refrigerazione al massimo, a -12° C, ma il ghiaccio si è disciolto causa vento tropicale. Fosse stata coperta, la pista sarebbe rimasta aperta. L’ottimo sarebbe una copertura leggera, in legno, in stile nordico o americano: costi ridotti, si consumerebbe meno energia. Alla Pista Zero pattinano le scuole, l’Ussa, si allenano le Eagles (serie A femminile). Se fosse più grande, potrebbe pattinare più gente. Se pattinasse più gente, crescerebbe anche il vivaio hockeystico cittadino, drasticamente limitato dopo la chiusura di via Roma. Pista Zero si trova in pieni rioni popolari, raggiungibile a piedi, lungo la ciclabile. Vuoi mettere con la lontana Sill? Se le giovanili di Bolzano o Ev si allenassero nel rinnovato impianto di via Genova, al Palaonda si libererebbe spazio per l’artistico, lo short track, le manifestazioni. Genitori, allenatori, responsabili, continuerebbero per ore a spiegare la razionalità dell’idea popolare di via Genova, contro l’irrazionalità spendacciona, incomprensibile, «di parte e tutta politica» di Castel Novale.

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