Sinigo, la bonifica dopo la frana

Costa 3 milioni il progetto di intervento sul costone da dove in febbraio sono crollati 10 mila metri cubi


di Ezio Danieli ; di Ezio Danieli


MERANO. È stato presentato l'altra sera, alla Protezione civile, il progetto preliminare per bonificare il costone roccioso in zona produttiva a Sinigo, dal quale, nello scorso mese di febbraio, si è staccata una frana di quasi 10 mila metri cubi.

Il distacco di materiale - quasi tutti massi di enormi dimensioni - aveva distrutto praticamente del tutto il centro di riciclaggio Picelli, rovinato il negozio di mobili di una catena finlandese, danneggiando anche parzialmente la ditta Lun e costringendo inoltre il Comune a chiudere provvisoriamente la strada statale dello Stelvio, perché era a rischio l'incolumità degli automobilisti in transito.

Il progetto preliminare di intervento sul costone roccioso (crea anche problemi visto che la frana non si è stabilizzata del tutto) verrà a costare circa 3 milioni di euro, escluse le spese amministrative. È stato elaborato dall'ingegner Gamper e dal dottor Pichler ed è stato illustrato alla protezione civile alla presenza, fra gli altri, del sindaco di Merano Günther Januth. «È un progetto impegnativo - commenta il geologo della Provincia Volkmar Mair - che, quando sarà realizzato, garantirà la massima sicurezza a tutta la zona, Prevede la bonifica del costone franato a febbraio con una serie di interventi, compreso l'uso dell'esplosivo. Poi bisognerà procedere anche con la costruzione di un vallo, che dovrà essere in grado di proteggere dall'eventuale caduta di altri macigni. La complessità dell’intervento è dovuta anche alla sicurezza che dovrà essere garantita agli operai durante l'opera di bonifica». Si era pensato, in un primo momento, alla possibilità di far saltare con l'esplosivo mezza montagna con rischi notevoli per i capannoni sottostanti.

«Il progetto preliminare - continua il geologo Mair - prevede comunque l'uso dell’esplosivo, anche se in misura minore rispetto a quanto era previsto in un primo momento. Si procederà a tratti proprio per garantire la massima sicurezza a tutti, lavoratori in primo luogo, e ai capannoni». Quando inizierà il lavoro atteso da parecchio tempo? Serviranno i vari pareri necessari, compresi quelli della ditte interessate e poi bisognerà attendere che il giudice "sblocchi" la parete.

«Non appena il magistrato darà il proprio benestare, noi possiamo iniziare il lavoro. Sono in corso le verifiche e i controlli da parte dei vari periti», conclude il dottor Mair. Periti che hanno fatto causa per conto delle ditte che hanno subito i gravi danni a seguito della frana.

A proposito di ditte, la filiale della multinazionale danese - nei locali che aveva a Sinigo sono finiti diversi macigni anche di dimensioni rilevanti - ha chiuso definitivamente i battenti del punto vendita che aveva e, proprio di recente, ha aperto un nuovo locale.

Il centro di riciclaggio Picelli è rimasto com'era dopo la frana: non sono andate per ora a buon fine le trattative con la Provincia per un terreno dove rimettere in funzione la ditta. Meno pesanti le conseguenze della frana per la ditta Lun, che, sfiorata soltanto dai massi che erano precipitati, un paio di giorni dopo la frana aveva potuto subito riaprire.

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