Società fantasma tra Sicilia e BolzanoCinque arresti per frode fiscale

Una frode fiscale per 10 milioni di euro tra Sicilia, Calabria e Alto Adige è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Agrigento, che ha arrestato 5 persone nell'operazione ''Ghost companies''. Agli indagati viene contestato di aver emesso fatture false per 15 milioni



AGRIGENTO. Una frode fiscale per 10 milioni di euro tra Sicilia, Calabria e Alto Adige è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Agrigento, che ha arrestato 5 persone nell'operazione ''Ghost companies''.

Agli indagati, oltre all'evasione, viene contestato di aver emesso fatture false per 15 milioni. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca, ha coinvolto una rete di 10 società operanti nel settore dell'edilizia, e con sede legale nelle tre regioni. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all'omessa presentazione di dichiarazioni ed all'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 indagati, mentre agli altri tre sono stati concessi gli arresti domiciliari. Dalle indagini è emersa l'esistenza di una "rete" di soggetti economici operanti nel settore dell'edilizia con sede legale nelle province di Agrigento, Catanzaro e Bolzano, proliferati a partire dal 2005 e, in alcuni casi, messi in liquidazione a pochi mesi dopo la costituzione.

Tra queste entità c'era un consistente scambio di fatture tale da far ipotizzare un gruppo imprenditoriale, frazionato solo formalmente in varie società cui si sono affiancate, nel tempo, ditte individuali intestate a un calabrese e che avviavano e cessavano l'attività senza soluzione di continuità a fronte di fatture emesse per milioni di euro ma senza mai alcuna dichiarazione fiscale.

Secondo la Guardia di finanza, partendo dalla società capofila del gruppo, con una serie di false fatturazioni "a cascata" tra le varie imprese coinvolte nella frode, si abbatteva l'imponibile dell'Iva e delle imposte sui redditi.

Il sofisticato sistema di frode comprendeva anche la formale assunzione, da parte delle società deputate a emettere le fatture false, di numerosi lavoratori, in realtà dipendenti della società capofila, sicché i pagamenti di fatture in realtà servivano a rifornire di denaro i conti correnti delle società da cui formalmente dipendevano gli operai.













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