«Solo chi l’ha vissuto capisce il vostro dolore» 

La lettera ai genitori. Il messaggio di Patrizio Simoni alle famiglie di Rene e Jessica Nel 2017 ha perso il figlio Davide in un incidente di moto e ha fondato un’associazione  


ANTONELLA MATTIOLI


BOLZANO. «Nessuno può capire chi ha perso un figlio se non chi ha vissuto questo dramma in prima persona. Quando muore un figlio le giornate passano lentamente, tutto viene visto con occhi diversi perché è come se tutti i progetti della famiglia fossero stati distrutti; ognuno reagisce a suo modo: c'è chi non accetta quanto accaduto e maledice il destino, chi invece si appiglia ai ricordi per continuare a vivere una vita che sia la meno triste possibile e chi invece cerca di andare avanti col sorriso proprio per il figlio. Oggi ben due famiglie vivono questo atroce dramma e sicuramente tante altre rivivono con disperazione il loro dramma passato». Così sulla pagina facebook dell’Associazione Davide sempre con noi, Patrizio Simoni si stringe alle famiglie di Rene e Jessica, devastate dal dolore. Lui sa di cosa parla, perché il 22 settembre del 2017 la sua vita e quella di sua moglie Daniela è cambiata all’improvviso: ha perso Davide, il suo unico figlio.

Diciassette anni, studente del liceo Torricelli, quel pomeriggio era uscito da casa a Laives, per un giro con la nuova Benelli 125, acquistata al posto della gloriosa ma ormai vecchia Honda Crf. A Vadena in località Birti la fine dei progetti di quel ragazzo che aveva tre grandi passioni: la moto, le arti marziali - era cintura nera di Yoseikan Budo - e la ricerca scientifica applicata a meccanica e robotica (i laboratori del Torricelli sono stati intitolati a lui, ndr). Davide è morto per una mancata precedenza - così ha stabilito la sentenza di primo grado - da parte della donna che al volante di una Chevrolet Matiz, usciva da una stradina laterale.

Come si va avanti dopo un dolore così grande?

Io e mia moglie con Davide condividevamo passioni e progetti per il futuro. Quel pomeriggio è finito tutto. Però, ascoltando anche gli amici di nostro figlio, abbiamo deciso di dar vita all’Associazione Davide sempre con noi.

Serve a rendere un po’ meno pesante il dolore?

Nulla può rendere meno pesante la perdita di un figlio. Il motivo è un altro: informare e sensibilizzare circa i rischi cui ci si espone quando si va in moto e in macchina. Questo per evitare che altre famiglie debbano vivere il nostro dramma. La tragedia di Campodazzo è la dimostrazione che non si fa mai abbastanza.

Anche quest’anno organizzate “Guidare insieme sicuri” in ricordo di Davide?

Organizziamo “Guidare insieme sicuri” al Safety Park di Vadena, il 29 settembre.

Il programma cosa prevede?

Abbiamo organizzato dei moduli di guida sicura in moto di circa 4 ore e mezzo, mettendo insieme teoria e pratica. Ci sono due corsi: uno per i ragazzi e uno per gli adulti. Al pomeriggio ci sarà la possibilità di partecipare al corso “Guidare con fisica” aperto anche a chi non ha la patente, per dare la sensazione fisica di cosa si prova quando con la macchina si deve fare un’improvvisa frenata o si sbanda sull’asfalto bagnato.

Come ci si iscrive?

Andando sul sito www.davidescn.it.

Quanto costa?

Il costo d’iscrizione è molto contenuto e tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza. L’anno scorso avevamo aiutato la famiglia di un motociclista morto a Laives; quest’anno vorremmo creare una borsa di studio per aiutare chi ha le potenzialità di emergere, ma non ha le possibilità economiche e sociali per farlo.













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